Borsa: Milano migliore in Europa con Unicredit, giù Tim

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Borsa di Milano di qualche frazione migliore in Europa nella prima seduta della settimana: l’indice Ftse Mib è salito dello 0,76% a 30.952 punti, sotto i livelli più elevati della giornata che avevano superato quota 31mila, ma comunque ritoccando i massimi dal giugno 2008. In rialzo dello 0,66% a quota 33.081.
    In generale mercati azionari del Vecchio continente incerti, con Amsterdam che ha chiuso in rialzo dello 0,2%, Londra e Parigi piatte, Francoforte in calo dello 0,1%. Debole Madrid, che ha ceduto l’1,1% finale anche per lo scivolone del Banco Santander (-5%) sulle ipotesi di sanzioni statunitensi a istituzioni finanziarie in qualche modo attive con l’Iran.
    Piazza Affari è stata trainata da Unicredit: il titolo ha concluso in rialzo dell’8% a 28,8 euro dopo aver registrato un utile 2023 di 8,6 miliardi migliore delle attese, che di fatto sarà redistribuito tutto ai soci se si considera anche il buyback. Bene inoltre Mps salita del 3,8% attesa al ritorno del dividendo dopo 13 anni, seguita nel settore da Bper (+2,4%) e Intesa (+2,3%) in vista dei conti. Nel settore industriale forte Stm (+2,5%), mentre Stellantis è scesa dello 0,8% dopo le ipotesi di stampa di possibili nozze con Renault (+1% a Parigi) spinte dallo Stato francese e la smentita da parte del presidente John Elkann.
    Deboli Iveco (-2,9%) e Tenaris (-3,2%) con Tim che ha accusato il calo pesante del 4,2% anche sulla possibilità di un lungo iter presso l’Antitrust europeo per l’operazione sulla rete, oltre all’effetto sul settore di Vodafone, scivolata del 2,7% dopo i conti. In Europa male Prosieben, del quale Mfe-Mediaset è ampiamente il primo azionista: il titolo del gruppo tedesco è sceso di oltre il 5% a 5,8 euro, mentre il Biscione ha segnato un calo finale dell’1,6% a quota 3,25. Qualche tensione sui titoli di Stato europei, i cui rendimenti sono saliti attorno ai sette punti base: il rendimento del Btp a 10 anni ha chiuso al 3,87%. Trattandosi di un movimento generalizzato lo spread è rimasto calmo: il differenziale con i Bund tedeschi ha chiuso a 156 punti base, sui livelli dell’avvio di seduta.
   

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