Australian Open, Jannik Sinner batte Khachanov e va ai quarti di finale

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Jannik Sinner approda ai quarti del primo Slam dell’anno, gli Australian Open, battendo il russo Karen Khachanov 6-4, 7-5, 6-3 in due ore e trentaquattro minuti di gioco. “Sono felice, il pubblico mi ha aiutato nei momenti difficili, mi ha aiutato a restare nel match. E’ stato difficile, abbiamo un gioco simile” ha detto a fine match Sinner.

Facciamo subito lo spoiler, con l’analisi prima ancora della cronaca: un match così gli serviva proprio, al nostro tennista. Perché lo ha giocato con la variabile che più gli è antipatica – il fattore vento – e poi perchè per la prima volta nel torneo ha dovuto attendere, non essendo il suo il match d’apertura della giornata. Infine, con tutto il rispetto per Van de Zandschulp, De Jong e Baez (i precedenti avversari), Khachanov appartiene alla categoria di giocatori più rognosi per Sinner, perché hanno delel attitudini simili e quindi anche le strategie di gioco ne risentono. Infine, per dirla con Djokovic, l’importante è portare a casa il risultato anche quando non si gioca al massino (citazione dopo il suo secondo turno, vinto soffrendo contro l’australiano Popyrin).

Il match tra Sinner e Khachanov è iniziato alle 16 locali, dunque con un gioco di luci e ombre che l’italiano di solito non gradisce. E poi, come detto, c’era il vento. Oltre a questo, a Sinner il servizio non ha funzionato secondo le aspettative, con una prima palla poco al di sopra del 50%. Eppure, nel primo set, è sembrato lui avere il pallino del gioco grazie anche al break in apertura di match, che gli ha regalato l’inerzia della sfida. Il russo ha provato a rientrare in partita, ha avuto le sue occasioni, le sue palle break. Ma è in questi momenti che Sinner ha tirato fuori il meglio di sé, ha trovato l’ispirazione e anche la prima palla di servizio togliendo dall’impaccio. Risultato: in cinquantuno minuti il numero uno azzurro ha incassato la prima frazione.

Il secondo set però è stato molto più equilibrato, nonostante un secondo break di Sinner. Qui, qualcosa è accaduto e fa parte dei misteri del tennis: Jannik si è disunito per qualche secondo, ha perso degli automatismi, ha dovuto subire il pari dell’avversario. E, da quel momento, è stato Khachanov paradossalmente a giocare più in controllo, tenendo i suoi turni dis ervizio con maggiore facilità rispetto all’azzurro. Il momento chiave è giunto sul 5-5, 30-15 con Khachanov al servizio: uno scambio lunghissimo e durissimo (33 colpi), chiuso con un colpo vincente del russo che si è portato sul 40-15 e ha alzato il pugno chiedendo l’applauso del pubblico. Quasi una sfida nella sfida. Com’è finita? Non ha fatto più un ‘quindici’, e Sinner lo ha brekkato. Poi, dopo il cambio campo, ha tenuto il suo servizio e si è preso anche il secondo set.

Sotto 0-2, il russo ha sperato di ripetere gli US Open 2020 quando gli riuscì la rimonta. Ma, quasi quattro anni dopo, le cose sono cambiate e Sinner non è più quel ragazzino appena maggiorenne. E infatti ha vinto lui i successivi match, sebbeno siano stati sempre molto combattuti e sul filo dei tie-break.

Il terzo set ha mostrato un Sinner più leggero, più convinto. All’inizio della frazione ha sfiorato un paio di volte il break, ma i suoi numeri sono migliorati e Khachanov ha abbozzato mettendosi sulla difensiva, cercando di restare attaccato al match. Ma Sinner non gli ha offerto il finaco, non si è prestato e, nel settimo game, ha strappato la battuta all’avversario portandosi sul 4-3, esattamente dopo due 2h e 25. Nove minuti dopo ha chiuso la pratica.

Ora? L’azzurro attende il vincitore della sfida tra Rublev e De Minaur. Dunque, un’altra Italia-Russa, oppure il remake del singolare della finale di Coppa Davis. Con entrambi i tennisti le sfide sono a favore di Sinner.

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