Libri da leggere: In viaggio con 007, arriva “Thrilling Cities” di Ian Fleming

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Nell’era di TripAdvisor e dei voli a basso costo, in cui praticamente tutti possono andare dappertutto, è quasi impossibile immaginare cosa fossero i viaggi di una volta in giro per il mondo. I giovani non possono saperlo. I più fortunati boomer, quelli della mia generazione, al massimo conservano qualche vago ricordo di vacanze con i genitori da bambini. Per sapere come viaggiavano un tempo i grandi viaggiatori non ci sono che i libri e adesso ne è uscito uno che ricostruisce magnificamente il senso di scoperta, di avventura, di esotismo, che distingueva un’esperienza non replicabile nella più democratica ma prevedibile epoca del turismo di massa.

Si tratta di un viaggiatore eccezionale: il romanziere britannico Ian Fleming, famoso per i thriller su James Bond, che nel 1959-’60 ricevette dal Sunday Times di Londra, allora il migliore e più ricco giornale del pianeta, il compito di visitare mezza dozzina di città in Estremo Oriente, poi altrettante in Europa, e di scrivere le sue impressioni in lunghi reportage.

Ian Fleming, da Bond al bondage

Raccolti in forma di libro in Inghilterra nel 1963, quei pezzi sono ora pubblicati in Italia da La nave di Teseo mantenendo il titolo originale: Thrilling Cities. Sulle prime, ho pensato: non si poteva tradurre il titolo in italiano? Poi, leggendo, ho convenuto fosse meglio conservare quello inglese, che evoca in un solo aggettivo tutti gli aspetti dei luoghi in questione, perlomeno agli occhi dell’autore: città emozionanti, eccitanti, elettrizzanti, capaci di provocare brividi di ogni tipo.

Come spiega Massimo Bocchiola nella bella introduzione, Fleming è un viaggiatore molto britannico, ironico, distaccato, a momenti arrogante, un po’ pigro, un po’ cinico e politicamente scorretto rispetto ai nostri valori odierni. È un po’ come viaggiare in compagnia dell’agente 007. Del resto, il Sunday Times lo manda in giro, senza badare a spese, per avere il genere di emozioni che ci si aspetta dal creatore di Bond, e non viene deluso: lo scrittore racconta il lato oscuro delle sue mete, il sesso, i casinò, la criminalità, porta il lettore a spasso fra vizio, postriboli e night-club più che nei musei e nelle cattedrali.

Dovunque vada è una guida brillante, divertente e sorprendentemente letteraria. Liberato dalle costrizioni del genere noir, infatti, in queste pagine Fleming dimostra qualità narrative che soltanto a tratti appaiono nei suoi romanzi. «Sorvolammo la glassa seghettata delle Alpi, le polle blu dei laghi italiani e la neve che si scioglieva verso la terrazza torrefatta del piano padano», scrive mentre attraversa l’Italia. E ancora: «Sotto di noi Venezia era un biscotto mattone di forma irregolare, circondato dalle briciole delle sue isole». In Germania nota che «ogni capitale ha il suo odore caratteristico: Londra sa di pesce e di sigarette Player’s, Parigi di caffè e cipolle, Mosca di acqua di colonia da quattro soldi e sudore, Berlino di sigari e cavolo bollito».

A Tokyo osserva che «tutti i piatti orientali hanno un aspetto delizioso quanto il loro sapore, e sembra quasi un peccato disfare quelle nature morte, così accurate nella disposizione e nei colori» – per poi ammettere con tipico umorismo British: «Non occorre dire che non esitai a compiere il sacrilegio». Quando guarda dall’alto Las Vegas, vede «un fiume dorato di luci lampeggianti, nella vastità oscura del deserto». A Napoli afferma che «con l’avvento del motorscooter, ogni maschio italiano sembra essere munito di uno scoppiettante motore a due tempi, un clacson elettrico e una marmitta: la quantità di rumore che riesce a creare con il suo veicolo, specie mediante la marmitta, è oscuramente pervenuta a rappresentare un simbolo di virilità».

E poi ci sono i suoi incontri, come quello sotto il Vesuvio con il celebre gangster italoamericano Lucky Luciano o a Macao con lo scrittore e amico Somerset Maugham, sul quale rivela spiritosamente: «Il nostro legame si basa sul fatto che lui vorrebbe essere il marito di mia moglie ed è sempre lieto di vedermi, non foss’altro per avere sue notizie».

Al termine di questo giro del mondo in trenta giorni, in cui si ferma tra l’altro a Hong Kong, Honolulu, Los Angeles, Amburgo e Montecarlo, Fleming proclama arrivando a New York: «Ogni volta che ci torno, una volta all’anno dopo la guerra, ho la sensazione che abbia perso un po’ della sua anima». Se lo dice lui nel 1960, pensate come possiamo trovarla una bella senz’anima nel ventunesimo secolo. Quindi però aggiunge: «Ci sono ancora momenti thrilling, come quando il taxi supera la gobba di Park Avenue all’angolo con la 69th Street, viene il rosso e in quel momento si vedono tutti i semafori fino alla 46th Street che diventano verdi. In quell’istante il cuore batte ancora per New York». Un’emozione che funziona anche nel 2023.

Il libro
Thrilling Cities
di Ian Fleming (La nave di Teseo, traduzione di Andrea Carlo Cappi e Massimo Bocchiola, pagg. 288, euro 20, voto 9/10)

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