“Quei bambini spaventosi dalle urla animalesche”: lo sfogo del ristorante sushi diventa un caso

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Chiudete gli occhi. Immaginate un ristorante sushi vicino al lago. Tavoli minimali, la carta alle pareti con foglie di loto e ciliegio a evocare pace, silenzio, attenzione. Le bacchette di legno, il riso cotto con pazienza, il pesce fresco. Riapriteli. L’angolo di Giappone riprodotto a Bracciano si distorce diventando l’incubo di cui nessuno parla volentieri, i bambini “indiavolati”.

I piccoli portati a cena fuori nel posto sbagliato, quelli che per tossico e ancestrale senso di colpa definiamo esuberanti e vivaci, invece che fuori controllo, ineducati, maleducati. Ai cani, sculacciate, ai bimbi iphone e ipad in mano. Così va.

Si dà il caso però che l’angolo del Giappone, Sushi Passion Bracciano, si sia sfogato sul proprio profilo Facebook, che così conclude: “In 8 anni questo è il post che ha ottenuto il maggior numero di like ed interazioni”. Per lo più applausi di genitori e non solo. A dire, ecco, meno male, qualcuno l’ha detto. E giù sculacciate virtuali contro i mini mostri che hanno urlato, lanciato bacchette, buttato il cibo, scarabocchiato menù.

Si potrebbe anche dire sottovoce che almeno i ristoranti giapponesi potrebbero far pagare il sushi come costa in Giappone il ché sarebbe un deterrente per famiglie di insaziabili bambini al seguito capaci di ingerire nigiri come polpettine Ikea e far rotolare california rolls per vedere l’alga quanto scivola veloce sulla tovaglia. Ma è l’era dell’all-u-can-eat. Mangiate fino a scoppiare se volete, il fatto resta.

Al sushi le due tavolate con figli piccoli

“Due sere fa (venerdi)”, si legge sul profilo di Sushi Passion Bracciano – il locale ha fatto mangiare due tavolate con figli piccoli senza alcun problema, stasera per la prima volta in 8 anni abbiamo dovuto dire a qualcuno che non sussistevano le condizioni per mangiare da noi”.

Cosa è successo al tavolo sushi di Bracciano

“Ci prenotano un tavolo da 4 con due bambini, fino qui tutto normalissimo. Arrivano prima degli altri tavoli e da subito il tavolo viene devastato (in 5 minuti messo a soqquadro, menu scritti col pennarello etc.): qua un po’ meno bene”.

Il post è esilarante, scritto di getto, nei particolari. Vivido. I proprietari resistono, “sopportano”.

La situazione degrada

“I due bambini”, aggiungono discolpandoli come sempre si fa in quanto “la colpa è chi non li educa”, “hanno cominciato incessantemente ad urlare in maniera animalesca, urla avvertite non solo all’esterno del locale ma due traverse prima (via del fossato, per intenderci)”.

I bambini dalle urla animalesche

“In maniera molto serena ma evidentemente preoccupata siamo andati vicino alla famiglia chiedendo se questo fosse lo standard o se si sarebbe tornati presto ad un comportamento normale dato che stavano arrivando altre persone e di certo non potevamo cenare in un locale con quella situazione”.

A Bracciano come a Tokyo “ci si aspetta una risposta mortificata, delle scuse e delle soluzioni per risolvere il problema; invece no, la ragione era di questi signori e noi eravamo inospitali”.

I bambini posseduti spaventano i clienti

La scena diventa surreale. “Mentre arrivavano i clienti degli altri tavoli che rimanevano fuori dal locale impauriti dal tono delle urla, dentro la famiglia dei bambini ci minacciava per la nostra non ospitalità”. Insomma Bambini colpiscono e affondano nel lago il Giappone.

La morale giapponese del post

“Esistono dei limiti alla libertà personale che iniziano quando si prevarica la libertà altrui”. E fin qui.

“Rovinare la serata a tutti i clienti del ristorante perché non si è in grado di educare i propri figli a frequentare locali pubblici e comportarsi adeguatamente ne è l’esempio più lampante”. Toccatina.

“Se un gestore non interviene e lascia fare rovinando la serata ai clienti, è complice del disastro: non siamo noi quelli che si girano dall’altra parte e fanno spallucce di fronte ai problemi”. Lo sfogo. “Vorremmo vedere la faccia della famiglia protagonista dell’episodio nel leggere i vostri commenti, spero qualcuno glielo abbia segnalato”. L’affondo.

I commenti degli utenti: da Pussa via a Manco allo zoo

Lanciato il sushi, i commenti sono il più gran successo interattivo che il ristorante ha registrato in quasi dieci anni di attività. Meme di applausi. Poi il primo, secco: “Certe persone dovrebbero rimanere rinchiuse in casa”. Kon’nichiwa. Ciao Giappone, qui si scatena il vero Lazio.

“E guai a dire qualcosa, altrimenti sei un meschino insensibile e poi “tutti siamo stati bambini”. “Avete fatto bene”. “Spero che il conto sia stato proporzionale al disturbo”. e Poi. “Non tutti dovrebbero riprodursi (e questo vale per ristoranti ma vale ancor di più per viaggi in aereo treno etc).

“E quelli che si girano dall’altra parte sono gli stessi che non permettono di far entrare i cani …complimenti a voi”. “Manco allo zoo li farei entrare io quelle belve allo stato brado…. Pussa via. Brutti ignoranti”. E partono i racconti, “anche a me, quella volta”.

“Con mio marito in pizzeria, stavamo finendo di cenare (per fortuna), quando nella piccola saletta, è entrato un gruppo con bambini urlanti che, prima di sedersi, ridendo, ci hanno detto: Non credo che abbiate avuto fortuna a scegliere questa saletta, stasera!”. “Mai più in un locale con minori di 12 anni”.

Tutti a tavola bambini, cari, lavatevi le mani. È pronto.

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