La silent disco nella Cattedrale di Canterbury spacca i fedeli: “Irrispettoso e sbagliato”

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LONDRA – Una “discoteca silenziosa” in chiesa. E che chiesa. La maestosa cattedrale di Canterbury, il “seggio” del capo della Chiesa d’Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby appunto. La decisione di ospitare una serata danzante nelle navate della più antica cattedrale del Regno ha scatenato polemiche. E i fedeli del Kent hanno lanciato una petizione che sinora ha accumulato circa 2mila firme, con l’obiettivo di fermare l’evento.

Fedeli contrariati

“Ma voglio essere categorico: non sarà un “rave in the nave””, un rave nella navata, assicura un portavoce della cattedrale, fondata nel 597 d.C. e patrimonio mondiale dell’Unesco. Il decano della chiesa, reverendo David Monteith, aggiunge: “C’è diversità di vedute su cosa significa sacro e laico. La nostra discoteca silenziosa con musica degli anni Novanta sarà appropriata e rispettosa. Che siano fedeli o meno, è sempre una gioia accogliere nuove persone nella nostra cattedrale. Ma capisco che alcuni non accetteranno mai che si balli musica pop in chiesa”.

Difatti, i fedeli faranno una veglia fuori e in migliaia hanno lanciato una petizione contro le serate di discoteca silenziosa previste nella cattedrale di Canterbury giovedì e venerdì della prossima settimana. Quando, in quello che è un trend che va avanti da anni nel mondo, centinaia di partecipanti indosseranno le cuffie wireless, per evitare il frastuono degli amplificatori. E danzeranno sulla musica di Spice Girls, Vengaboys ed Eminem, tra le meravigliose navate della cattedrale del Kent, pagando il biglietto, bevendo anche un drink. Perché, sì, durante questi eventi in chiesa verrà anche venduto alcol.

Cajetan Skowronski è uno dei cristiani locali che ha firmato la petizione contro la discoteca: “A chi non piace una serata danzante e silenziosa?”, dice alla Bbc, “ma il suo posto è in discoteca, non nella cattedrale di Canterbury, la più importante chiesa cristiana in Inghilterra. Si tratta di un’iniziativa che non farà avvicinare le persone alla fede. Al contrario, lancerà il messaggio che Cristo, la sua chiesa e tutta la bellezza e la verità che possono offrire, in realtà non sono così importanti. E che il divertimento merita la nostra attenzione più di Dio”.

La crisi delle chiese

Non è la prima polemica che coinvolge la Chiesa d’Inghilterra, secondo alcuni troppo “liberal” nell’obiettivo di attrarre nuovi fedeli o perlomeno curiosi nelle proprie strutture, vista la crisi delle religioni nell’Inghilterra sempre più laica e non praticante. La cattedrale di Rochester, per esempio, nel 2019 ha convertito una navata in un campo di minigolf e così ha aumentato del 100% le sue presenze. Addirittura, la cattedrale di Norwich ha costruito un enorme scivolo al suo interno, sempre nello stesso anno.

Mentre sempre più chiese chiudono: dal 2013, nel Regno Unito, sono state circa 3.500, mentre più di 900 luoghi di culto di importanza storica sono considerati “a rischio”. La Church of Scotland sta pensando di chiudere il 40% delle sue chiese. E così molti luoghi di culto del regno vengono riconvertiti. A Londra è sempre più frequente l’apertura di nuovi ristoranti in ex chiese, mentre in città come Darlington al loro posto sono sorti addirittura negozi di sanitari.

Del resto, per la prima volta dal Medioevo, i cristiani sono scesi sotto il 50% in Gran Bretagna. Ed è boom di persone che si definiscono “non religiose”: dal 25,2% del 2011, quando erano 14,1 milioni, ora secondo l’ultimo censimento decennale pubblicato (dati 2021) sono addirittura il 37,2%, ovvero 22,2 milioni, per un aumento del 12%. Oggi in Inghilterra e Galles si definisce cristiana il 46,2% della popolazione, ossia 27,5 milioni di residenti, in calo del 13,1% dal 59,3% (33,3 milioni) del 2011. Insomma, quella britannica è una società sempre più laica.

Londra rimane il centro abitato più “diverso” del Paese, dove più di un quarto dei residenti (25,3%) si definisce devoto a una religione che non sia il cristianesimo. Mentre crescono altre comunità religiose, come quella musulmana: i devoti all’Islam, per esempio, sono oggi 3,9 milioni nel Regno Unito, o il 6,5%, contro il 4,9% del censimento di dieci anni fa, quando erano 2,7 milioni.

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