Pastificio Rana, torna in Italia la produzione di sughi e piatti pronti. Piano da 78 milioni

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ROMA – Ritorna in Italia una parte della produzione del pastificio Rana. In particolare i piatti pronti del gruppo veronese, con un investimento complessivo di 78 milioni di euro per incrementare la capacità degli stabilimenti italiani, non verranno più prodotti in Belgio, ma saranno trasferiti nel sito di Moretta, in provincia di Cuneo.

La notizia arriva con il via libera all’accordo di sviluppo da parte del ministero delle Imprese e del made in Italy, che ricorda cme Rana, storica grande impresa italiana di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, sia principale produttore di pasta fresca ripiena in Europa e negli Stati Uniti.

L’accordo è di particolare rilevanza per Piemonte, Lombardia e Veneto. Prevede l’aumento della capacità produttiva dell’azienda, che attualmente commercializza in 52 Paesi, con l’obiettivo di soddisfare la maggiore richiesta sul mercato dei prodotti di punta: pasta, sughi e piatti pronti. In particolare il programma coinvolgerà gli stabilimenti di Moretta (Cuneo), Gaggiano (Milano) e San Giovanni Lupatoto (Verona), ampliando i tre siti. Previsto poi il trasferimento nello stabilimento di Moretta delle linee di produzione dei piatti pronti che viene fatta in Belgio. Si tratta di un ritorno a casa di una parte della realizzazione dei prodotti del pastificio.

L’azienda, che ha oltre 1600 addetti, con la sottoscrizione dell’accordo prevede un incremento occupazionale di 96 lavoratori e un impatto di oltre 180 milioni di euro sulla filiera produttiva, con ricadute positive sui fornitori di materie prime (verdure, formaggi, farine, carni e salumi) composti per oltre l’80% da imprese di piccole e medie dimensioni, e sui fornitori di packaging e tecnologia di produzione. Il piano permetterà anche il rafforzamento del Gruppo sui mercati esteri.

A sostegno dell’investimento, il ministero ha concesso oltre 9,6 milioni di euro di agevolazioni a fondo perduto. E la Regione Piemonte comparteciperà economicamente con 350 mila euro.

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