Arriva il battello del Comsubin: si immerge come un sottomarino e corre in superficie come un motoscafo

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È una creatura degna del laboratorio di Mister Q, il geniale inventore degli strumenti di James Bond. Anche in Italia infatti si realizzano mezzi dalle capacità sorprendenti, che non hanno nulla da invidiare a quelli di 007: macchine straordinarie in dotazione soprattutto al Gruppo Operativo Incursori del Comsubin, uno dei reparti speciali più famosi al mondo.

Questa mattina ne è stato rivelato uno: un battello che può navigare in immersione come un sottomarino e poi correre in superficie come un motoscafo. Il veicolo è stato fotografato da Rid, Rivista Italiana Difesa, durante la cerimonia a La Spezia per l’inaugurazione del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea.

Il mezzo può procedere sott’acqua, sfuggendo all’avvistamento, e poi emergere sulle onde per scattare a grande velocità. Parafrasando la vecchia canzone della propaganda mussoliniana, è sia rapido che invisibile. Secondo Rid, può essere dotato anche di piccoli siluri, che può trasportare o lanciare direttamente: una capacità offensiva abbastanza rara tra le forze speciali.

Di questo motoscafo-sommergibile esisteva soltanto un’immagine, scattata durante un’esercitazione, che ne mostrava una coppia muoversi in superficie nel Golfo di La Spezia. Stando a quella foto, verrebbe pilotato attraverso visori hi-tech: le strumentazioni e il numero di uomini che può imbarcare sono top secret.

L’unica cosa nota è che si tratta di un progetto della Cabi Cattaneo di Milano, un’azienda storica del settore. Durante la Seconda guerra mondiale ha contribuito alla costruzione dei barchini esplosivi, impiegati per colpire la flotta britannica a Suda e a Gibilterra, e dei molto più famosi “Maiali”, i siluri a lenta corsa cavalcati dai guastatori della Regia Marina nel celebre attacco contro le corazzare inglesi ad Alessandria.

Da anni progetta mini-sottomarini che servono per trasportare squadre di incursori con i loro equipaggiamenti fino alla zona dei raid. Si ritiene che i suoi prodotti siano stati acquistati anche dai Navy Seal statunitensi e dai commandos israeliani, tutto però senza conferme ufficiali. Questa ditta infatti persegue “il mantenimento della più assoluta riservatezza, tipica del settore e necessaria per tutelare il segreto di Stato e industriale”.

Il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea è stato creato a La Spezia proprio per cercare di mettere a sistema le esperienze italiane, sviluppando sistemi per la difesa delle reti strategiche presenti nei fondali come cavi in fibra ottica e oleodotti, ma anche apparati militari più sofisticati, a partire dai sottomarini a guida remota o ad altri droni navali. Il tutto con il coordinamento della Marina.

“Il Polo ha di fronte un futuro importante dal punto di vista della sicurezza e dell’economia”, ha detto Leonardo Mariani, co-direttore generale di Leonardo. “Insieme a Fincantieri possiamo valorizzare un parco di piccole e medie imprese che spesso sono detentrici di tecnologie che, senza la capacità di industrializzazione che abbiamo noi big, rimangono idee in cantina. La sfida è portare queste tecnologie a un livello di maturazione tale da avere effetto sull’economia”.

“E’ un progetto strategico sia dal punto di vista della sovranità tecnologica che dal punto di vista industriale”, ha aggiunto Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri. “Il nostro ruolo sarà di incubare e accelerare, utilizzando la nostra capacità finanziaria, per trascinare la filiera e seguire i requisiti della Marina Militare e del mondo civile”.

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