La laurea in memoria di Giulia Cecchettin: il 2 febbraio sarà consegnata alla famiglia

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Giulia Cecchettin si sarebbe dovuta laureare il 16 novembre in Ingegneria biomedica all’università di Padova. Un traguardo che non ha mai potuto raggiungere perché cinque giorni prima, la sera dell’11 novembre, l’ex fidanzato Filippo Turetta l’ha sequestrata e uccisa. Il Senato accademico dell’ateneo veneto ha deciso oggi che quel titolo alla memoria della studentessa sarà consegnato ai suoi familiari il prossimo 2 febbraio. I dettagli verranno diffusi nelle prossime settimane.

Dopo la laurea, Giulia voleva frequentare un corso a Reggio Emilia (che aveva già iniziato) per diventare illustratrice di libri per bambini. I fumetti erano la sua passione. È stato il papà Gino, domenica scorsa a Che Tempo Che Fa, ad anticipare la notizia della laurea alla sua memoria. Nel giorno in cui si sarebbe dovuta laureare, quando ancora non si conosceva il destino della ragazza, la sorella Elena aveva appeso dei fiocchi rossi sul cancello della casa di Vigonovo dove vive la famiglia, e dove per settimane centinaia di persone hanno portato fiori e biglietti. E tanti studenti hanno manifestato per lei e sono andati ai suoi funerali davanti alla basilica di Santa Giustina quando in diecimila hanno “fatto rumore”: “Era una di noi”.

Una foto di Giulia Cecchettin pubblicata a un mese dalla morte dalla sorella Elena

Nel corso delle indagini è emerso che l’ossessione di Turetta per Giulia si era manifestata anche durante i preparativi per la festa di laurea dell’ex fidanzata, visto che voleva avere voce in capitolo pure sui disegni da inserire su un cartello che gli amici stavano preparando per lei o su cosa bere durante il brindisi.

La tragedia di Giulia non dev’essere avvenuta “invano”, ha sempre detto il papà Gino. In queste ore il questore di Padova ha inflitto un Daspo di cinque anni a un genitore-tifoso, o presunto tale, che durante una partita di basket tra ragazzi, nel Padovano, ha insultato l’arbitra di 17 anni augurandole di fare “la fine di quella di Vigonovo”, il paese di Giulia. L’arbitra frequenta la stessa scuola – il liceo Tito Livio – è nella stessa classe, è seduta nello stesso banco dove, anni fa, prendeva appunti la studentessa uccisa.

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