“Cambiamo il mondo prima di immaginarlo”. La frase di Marc Augé, in apparenza innocua, nasconde una minaccia tremenda: l’incapacità attuale di immaginare il futuro che ci attende.
Questa crisi ci ha tolto molte cose materiali, ci ha reso più insicuri, più fragili, ci ha tolto persino la facoltà di immaginare. Sembra poca cosa, in confronto ai più impellenti problemi del lavoro, dell’aumento dei prezzi, dello spread e delle tasse. Ma invece, a pensarci bene, è fondamentale.
Se davvero questa capacità ci è stata negata, ci troveremmo di fronte a un ennesimo cambiamento epocale, che va ad aggiungersi ad altri sconvolgimenti e ci spinge verso ulteriori incertezze esistenziali.