Migranti, Austria e Germania archiviano Schengen: “Non è morta, ma è rotta. Pugno duro contro i trafficanti”

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“Schengen non è morta, ma è rotta, e quindi dobbiamo ripararla”, dice il ministro degli Interni austriaco, Gerhard Kerner, a Lussemburgo, durante un punto stampa congiunto con l’omologa tedesca Nancy Faeser.

Per i rappresentanti di Vienna e Berlino il ripristino dei controlli alle frontiere interne è “necessario” davanti alla “pressione” migratoria “considerevole”. “Vogliamo combattere con più forza i trafficanti”, ha detto Faeser. Le decisioni avvengono “sempre in stretto coordinamento con i nostri vicini”, ha spiegato Kerner, indicando che “Schengen può essere riparata migliorando la protezione dei confini esterni” dell’Ue.

Intanto, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Ue Affari interni a Lussemburgo, dalla commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha chiesto al coordinatore Ue per i rimpatri “di convocare una riunione straordinaria domani. Dobbiamo discutere con gli Stati membri su come possiamo intervenire per garantire che le persone che rappresentano un rischio per la sicurezza dell’Unione europea possano essere rimpatriati molto più rapidamente nel paese di origine. Questa deve essere la priorità. E per questo ho chiesto l’incontro di domani”. E ancora: “Ci sono molte sfide che l’area Schengen deve affrontare, i controlli interni sono una di queste perché anche se giustificati da cose gravi, danneggiano la libertà di circolazione – spiega Johansson in conferenza stampa a Lussemburgo – Rispetto al passato tuttavia c’è più dialogo con gli Stati membri, più coordinamento, più operazioni congiunte e meno persone che sono bloccate” al confine.

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