Bollette, il mercato libero è in crescita ma solo negli ultimi due anni

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MILANO – Sulla carta potrebbe sembrare un successo. Perché le famiglie e le partite Iva che sono già passate al mercato libero dell’energia sono più di due terzi, da quando è partita la liberalizzazione del settore. Per la precisione, sono il 69,3% per i contratti di fornitura dell’elettricità e il 67,8% per la fornitura di gas naturale.

Lo rivelano i dati dell’ultima relazione dell’Arera, l’Autorità indipendente che regola le attività legate all’energia, le reti e l’ambiente (acqua e rifiuti). Eppure, le opposizioni – dal Pd ai Cinquestelle – hanno chiesto un ulteriore rinvio per l’obbligo del passaggio al mercato libero, a cui si sono aggiunte anche le perplessità di un membro del governo, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. E perché lo fanno se i numeri dimostrerebbero che la maggioranza assoluta degli italiani ha deciso di abbandonare il mercato di “tutela”, dove le tariffe in bolletta sono decise dall’Autorità e non dagli operatori in concorrenza tra loro?

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A ben guardare, il processo è ben lontano dall’essere concluso. Intanto, come rivela un sondaggio dell’operatore Pulsee, ancora un italiano su quattro non conosce la differenza tra mercato libero e tutelato. Poi perché ci sono oltre 9 milioni di famiglie e partite Iva che devono ancora “switchare” e lo devono fare a partire da gennaio per il gas e da aprile per l’elettricità. Ma soprattutto perché i consumatori sono ancora poco abituati a cambiare operatore con una certa frequenza, in cerca delle offerte migliori per risparmiare sulle bollette. In pratica, fanno il passaggio al mercato libero scegliendo un nuovo fornitore, ma poi molto difficilmente lo cambiano ancora.

Lo rivela un altro dato. I “cambi di fornitore” – sempre secondo l’ultima relazione Arera sul tema – hanno avuto una accelerazione solo a partire dal biennio 2021-22, quando è iniziata la tempesta sui prezzi dell’energia dovuti prima alla brusca ripresa dell’economia (con il conseguente rialzo dei prezzi delle materie prime) e poi con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Secondo gli esperti, prima c’era meno convenienza a cercare nuovi contratti quando le variazioni tra le offerte erano limitate, ma una volta che le tariffe sono volate a livelli mai raggiunti in precedenza anche i consumatori hanno cominciato a cercare una via di fuga dai rincari.

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Lo si vede dal grafico relativo ai cambi di fornitore di elettricità in relazione al totale dei contratti: c’è un’impennata che coincide con gli ultimi due anni. Non a caso, quando la stessa Authority ha ammesso che il passaggio dal mercato tutelato a quello libero è diventato per la prima volta mediamente più vantaggioso.

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