Sofo (FdI) lancia Reconquête: “Saremo il terzo gruppo nella Ue. Puntiamo a scavalcare Macron”

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Roma — «Come Giorgia Meloni, Marion Maréchal ha fatto un suo percorso di credibilità personale da destra. Non è un caso che Reconquête stia riuscendo ad attirare anche il voto conservatore, cittadino e borghese, elettorato storicamente inaccessibile al Rassemblement National che fa un discorso più orientato sulla dicotomia popolo contro élite», spiega Vincenzo Sofo. L’eurodeputato di FdI conosce bene Maréchal (34 anni, vicepresidente del partito fondato da Éric Zemmour, capolista alle Europee, nipote di Le Pen e da tempo politicamente in rotta con la zia): è sua moglie, matrimonio celebrato nel 2021. Così come Sofo conosce bene la destra in tutte le sue moderne declinazioni, perché nasce politicamente nel mondo della Destra — partito che nel 2008 correva in alternativa al Pdl con Daniela Santanché candidata premier — poi incrocia la nascente Lega nazionalista di Matteo Salvini (con la quale viene eletto a Bruxelles) e infine torna alla casa madre della fiamma.

Inutile dire che dietro alle trattative per portare Reconquête dentro l’Ecr, il partito europeo conservatore di Fdi, c’è anche il suo contributo, ovviamente di sponda con Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, i responsabili di Fdi nel Parlamento Ue. «Il quadro dell’alleanza è chiaro — spiega lui — Con l’ingresso di Reconquête, che oggi vale il 7 per cento in Francia, quindi potrebbero essere 6-7 eletti, Ecr può diventare la terza forza europea dopo popolari e socialisti, in competizione con il gruppo Renew di Emmanuel Macron. Ed è una scommessa di Meloni vinta: ricordo quando si parlò di un super gruppo sovranista e invece lei scelse la strada di un raggruppamento conservatore».

Di sfondo resta il rapporto con Identità e democrazia, il gruppo della Lega, del Rassemblement National di Le Pen, dell’Alternativa per la Germania, i neri tedeschi. Matteo Salvini vorrebbe un fronte di centrodestra-destra unito, invece la coabitazione con Afd, considerati inservibili dai popolari, sembra mettere fuorigioco ogni possibilità di accordo. «Ovviamente su determinati dossier lavoriamo assieme, ad esempio sulle migrazioni, o sulle modifiche al Green new deal, i voti in molti casi sono stati comuni con loro. Altra cosa è parlare di progetti di fusione. Con il nostro posizionamento, possiamo come minimo condizionare popolari e liberali, togliendo spazio e peso a socialisti e verdi». In Italia come in Francia le Europee saranno una specie di derby sovranista fra Ecr e Identità e democrazia, seppur con pesi invertiti: tra Fdi e Lega vincerà la prima, tra Reconquête e l’ex Front National prevarrà il secondo. Il livello di euroscetticismo però è diverso: molto mitigato in Ecr, mai davvero sopito tra i “cugini” identitari.

Sofo per intanto si ricandiderà alle Europee, stavolta nella circoscrizione del Nord-ovest (nel 2019 corse nell’Italia meridionale, con un occhio di riguardo alla Calabria, regione di origine della sua famiglia). Parlare di una larga alleanza che vada dai conservatori ai socialisti pare impossibile oggi, «su questo Meloni è stata chiara: non si può fare», assicura Sofo; di sicuro comunque mai come a questo giro la destra-destra può ambire a rompere l’esclusività dell’asse popolari-socialisti-liberali.

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