Educazione finanza:con Covid più online ma criticità

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(ANSA) – ROMA, 22 APR – Più ricorso all’online, più progetti da parte di altri soggetti non bancari e destinati a chi è più indietro come gli anziani, i migranti e le donne ma anche meno programmi (da 297 a 280), meno qualità, e meno monitoraggio. L’analisi dell’indagine Oneef (osservatorio nazionale educazione finanziaria) 2019-2020 svolta da Emanuela Rinaldi, ricercatrice dell’Università Bicocca e responsabile scientifica dell’osservatorio, in un webinar, evidenzia come “tra gli aspetti positivi, si rileva un sensibile aumento delle iniziative più mirate per alcuni target che, secondo le ricerche scientifiche, hanno livelli di competenze finanziarie più basse (donne, anziani, migranti…), così come la riduzione delle disuguaglianze territoriali nella realizzazione dei progetti (anche perché nel 2020 molti progetti sono stati realizzati online – a causa della pandemia COVID-19).)”. Infine, è stata evidenziato un incremento del “lavoro di rete” tra soggetti di tipo diverso (profit, non-profit, pubblici) accompagnato spesso (ma non sempre) da una reale progettazione condivisa” Fra i fattori negativi, spiega Rinaldi, sono “tre i principali elementi critici che emergono dall’indagine ONEF. Il primo: c’è una scarsa qualità delle iniziative messe in campo, in cui gli obiettivi raramente sono definiti in modo chiaro e specifico, nonostante le raccomandazioni Ocse Oneef degli esperti. Il secondo: c’è uno scarso ascolto delle reali esigenze e bisogni dei pubblici di riferimento. Il terzo: pochi sono i programmi la cui efficacia viene monitorata e valutata e, laddove anche ci siano riscontri positivi, è spesso difficile trovare dei fondi per ripetere il programma in quanto a volte le logiche di allocazione delle risorse per l’educazione finanziaria non sono logiche di efficienza ed efficacia, ma più di sostegno della visibilità mediatica o della social reputation degli enti coinvolti”. (ANSA).
   

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