Pippo Inzaghi riparte da Salerno, ‘l’occasione giusta’

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Per uno che ha vissuto la sua vita (calcistica) sempre sul filo del fuorigioco non sarà difficile trovare un punto d’equilibrio per provare a riportare la nave in acque tranquille. Filippo Inzaghi, in arte “Super Pippo”, ci metterà entusiasmo, determinazione e tanto cuore per rialzare la Salernitana e tentare di condurla alla salvezza. E a fare la differenza potrebbe essere proprio quella voglia matta di tornare in pista che – ha confessato oggi durante la conferenza di presentazione che ha preceduto il primo allenamento – gli ha tolto il sonno per una notte nell’attesa che la Salernitana sciogliesse le riserve. “Avevo detto che volevo riposarmi. Non sapevo se questo calcio meritasse la mia onestà e professionalità”, ha esordito Inzaghi facendo riferimento all’amaro epilogo di Reggio Calabria. “Ma la chiamata della Salernitana è stata travolgente”, ha detto Super Pippo che in Campania è subentrato a Paulo Sousa, ereditando una squadra penultima ed in piena crisi di risultati. Uno scenario che non lo spaventa affatto. “Dopo il Milan sono andato in serie C. Mi davano del pazzo quando sono andato a Reggio Calabria. Sono l’uomo più felice del mondo, mi piacciono le sfide”, l’Inzaghi pensiero che, proprio come quando indossava la maglia numero 9, è pronto a ricoprire il ruolo di trascinatore e leader. “Ho le spalle larghe, sono criticato da 30 anni, ho fatto 300 e passa gol e ancora adesso mi criticano dicendo che non sapevo stoppare”. A distanza di tre stagioni Inzaghi ritrova il palcoscenico della serie A e – sperano entrambi -, anche la sfida in famiglia con il fratello Simone. Una categoria che proverà a difendere con le unghie e con i denti, trasmettendo alla Salernitana la sua mentalità vincente. “Non posso fare promesse ma solo dire che se diranno che la squadra non lotta avrò perso e potrò andare a casa. La mia squadra darà l’anima”, ha detto il neo allenatore dei campani che, come prima sfida, dovrà riuscire a risollevare l’attacco granata (appena 4 gol in 8 partite) e riabilitare Dia: “Se non fa 15 gol facciamo fatica a portare a casa le penne”, ha ammesso Inzaghi che, tuttavia, vuole prima non prenderle. “Se a 10′ dalla fine vinco non metto dentro un attaccante ma un difensore in più per non prendere gol, mi abbasso perché gli altri sono forti e voglio fargli gol. Sono molto pratico, non vendo il prodotto Inzaghi, mi interessa poco, cerco di fare il bene della società”.
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