Grosseto dà il via libera alla strada intitolata a Giorgio Almirante

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Arginato l’ultimo scoglio, a Grosseto via Giorgio Almirante è realtà. Ieri 31 luglio il Consiglio comunale ha respinto la mozione di minoranza del centrosinistra (composto da Pd, Grosseto Città Aperta e Movimento 5 Stelle) contro la nascita dello snodo intitolato allo storico segretario e fondatore del Movimento Sociale Italiano. Bloccato da venti voti contrari contro i dieci favorevoli, la città toscana strizza l’occhio all’estrema destra con lo strumento della toponomastica. Una scelta dell’amministrazione connessa a un progetto di viabilità pronto a intersecare la futura via Almirante con una speculare via Enrico Berlinguer, creando la cosiddetta via della “Pacificazione Nazionale”. “Una pace per richiamare il rapporto di amicizia tra i due segretari di Pci e Msi”, dice il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che saluta con favore il piano che investirà con un lotto il complesso residenziale di Borgo Nuovo, zona più esterna di Grosseto. L’iter però non è del tutto finito: l’ultima parola per il via libera tocca alla prefetta Paola Berardino, moglie del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che entro il 10 agosto dovrà ottenere il parere dell’Istituto storia patria regionale sulla validità del nome di Giorgio Almirante e pronunciarsi sugli eventuali disordini che potrebbero conseguire.

La decisione della giunta Vivarelli Colonna continua ad attirare polemiche, fin dal 2018 quando venne annunciata dall’allora assessore comunale, oggi deputato, Fabrizio Rossi (FdI). Botte e risposte mai sopiti, in particolare lo scorso aprile, quando, dopo l’approvazione della delibera per il progetto delle vie dal respiro ante 1994, il presidente del consiglio comunale di Grosseto, Fausto Turbanti, non aveva inserito nel calendario dei lavori la mozione di minoranza per revocare via Almirante firmata dal centrosinistra come ordine del giorno. Considerandola inammissibile, Pd, Grosseto Città Aperta e M5S hanno fatto ricorso alla prefettura che, a sua volta, ha spezzato una lancia a loro favore, richiamando agli adempimenti d’ammissibilità della mozione.

Ieri, alla fine, per la terza volta in cinque anni, il consiglio comunale si è espresso: via della Pacificazione si farà, con via Giorgio Almirante annessa e connessa.

La protesta dell’Anpi

Dalle aule alle strade, lo scorso fine maggio il comitato provinciale Anpi Grosseto Norma Parenti aveva tenuto acceso il fuoco del dibattito: prima con presidi sotto il municipio, dopo con la nascita di una “Grande alleanza democratica e antifascista” con 29 realtà politiche e associazioni locali per lanciare una raccolta firme per ribadire il no. “Una denominazione che riapre ferite storiche a Grosseto – raccontano dal comitato provinciale Anpi Grosseto Norma Parenti -, dove Giorgio Almirante nel 1943 ha firmato un manifesto per invitare tutti a partecipare alla Repubblica di Salò e nel 1944 proclamò un ignobile bando per la fucilazione di chi non collaborava con il regime nazista”. “Prendo le distanze da quel periodo storico”, dice Vivarelli Colonna, che poi aggiunge: “Si tratta di un progetto di libertà. I nostri padri costituenti erano stati più bravi di noi: dopo il periodo della Costituente, hanno fatto sedere Giorgio Almirante in Parlamento. Gli è stato riconosciuto di dover andare avanti con la sua vita umana e politica”.

Dura la reazione del deputato Pd, Marco Simiani: “Intitolare la toponomastica locale a chi ha promosso la propaganda razziale e firmato editti che hanno portato all’uccisione di cittadini anche nei nostri territori non farà altro che alimentare tensioni sociali”.

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