La schiera dei filo-Putin (leghisti) alla corte di Vannacci a Verona

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Giovedì 11 gennaio, alle 20.30, in un albergo di Verona ci sarà un incontro a cui parteciperanno alcuni dei principali supporter della Russia di Vladimir Putin in Italia. Il centro dell’incontro però non sarà Mosca. Ma il generale Roberto Vannacci, e il suo libro, il Mondo al contrario. Il militare in carriera – rientrato da pochi giorni al lavoro con il prestigiosissimo incarico di capo di stato maggiore delle forze operative terrestri – discuterà del suo testo al centro delle polemiche da mesi – per alcuni dei suoi passi omofobi e razzisti – con accanto personaggi legati tra loro da una, meglio due circostanze: sono tutti fio putiniani. E sono leghisti.

Ci sarà infatti Vito Comencini, parlamentare veronese, che all’inizio della guerra in Ucraina, da San Pietroburgo dove era in vacanza con sua moglie russa, si era detto pronto a correre in Donbass per “portare solidarietà ai profughi russi: l’invasione dell’Ucraina è una conseguenza della guerra in Donbass e del mancato rispetto ucraino degli accordi di Minsk” aveva detto in un’intervista a Repubblica. Accanto a Comencini e Vannacci si sarò poi il consigliere regionale leghista Stefano Valdegamberi, un ultras di Putin. E soprattutto, secondo un’inchiesta di Occrp, un portale internazionale di giornalismo investigativo, a libro paga del Cremlino. “Mi rifiuto di commentare le fake news – aveva detto lui lo scorso anno – Io conosco bene i russi, i loro sentimenti, i loro torti ma anche le loro ragioni: non possiamo soltanto colpevolizzarlo. Se fossi uno stratega – aveva spiegato a Il Foglio – il nordest dell’Italia sarebbe tra i primi obiettivi di un eventuale attacco nucleare”. A legare Valdegamberi con Comencini c’è poi l’amore per la Crimea e la convinzione che il comportamento russo sia cristallino: proprio grazie a loro il Veneto fu il primo ente al mondo a riconoscere l’annessione della penisola a Mosca. Provvedimenti che poi il Consiglio fu costretto a cancellare in tutta fretta. Nell’ultimo periodo Valdegamberi è stato poi grande sponsor del vaccino russo Sputnik, anche se poi è diventato un ultras dei no vax oltre a sposare posizioni rigidissime della destra ultracattolica. Ma sempre lui ha recentemente meritato i titoli di cronaca per un altro delirio: ha dato della “satanista” ad Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la studentessa uccisa dal suo ex fidanzato, diventata suo malgrado un simbolo della battaglia contro i femminicidi.

A organizzare l’incontro di Verona con il generale Vannacci è stato però un terzo politico, il consigliere comunale – leghista, poi transitato in una lista civica – Rosario Russo, difensore oltranzista della famiglia, da sempre vicino a Comencini. Per dire: erano insieme sul palco del convegno dell’Associazione dei russi in Italia che si tenne proprio a Verona nel 2018 come rappresentanti delle istituzioni.

Ma perché tutti gli amici di Putin venuti sono con Vannacci? Nei mesi scorsi – ricostruzione però respinta con sdegno dal generale – è venuta fuori la vicinanza di Vannacci al governo russo, maturata nel periodo in cui il militare ha lavorato proprio a Mosca prima di essere espulso insieme con gli altri addetti di ambasciata. Avvenne come gesto di reazione della Russia a una decisione analoga presa dall’Italia, dopo lo scandalo Biot, l’ufficiale di Marina condannato per aver venduto segreti militari proprio ai russi. Non è un mistero però che i rapporti di Vannacci con i suoi omologhi russi fossero ottimi: era il suo lavoro, certo. Ma il militare italiano non aveva mai nascosto una certa sua contrarietà al fronte atlantico, fatto questo che lo faceva vedere di buon occhio dalla Difesa russa. Un feeling evidentemente ora riesploso, per lo meno con i putiniani italiani, vista la presentazione del libro organizzata a Verona.

“Chiedo al ministro della Difesa, Guido Crosetto: è tutto normale?” dice il parlamentare di Italia viva, e membro del Copasir, Enrico Borghi. “È accettabile che un militare in servizio si trovi allo stesso tavolo con politici che hanno preso posizioni pubbliche chiare a favore della Russia e contro i nostri alleati?”.

Ma non è tutto: perché secondo molti proprio la presentazione del libro in Veneto sarebbe soltanto l’antipasto della candidatura alle Europee, proprio con la Lega, del generale Vannacci. “Si può fare campagna elettorale in divisa?” si chiede ancora Borghi. Forse tra 10 giorni a Verona potrebbe arrivare qualche risposta.

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