Sputnik, il diktat dei russi alla Campania: “Segreto sul numero di dosi e sui costi”

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Top secret. Numero di dosi da acquistare, prezzo, modalità di distribuzione. Nell’accordo siglato tra Soresa, centrale degli acquisti della Regione, e il fondo sovrano russo Rdif (Russian direct investment fund) che commercializza il vaccino Sputnik, è inserita una “clausola di riservatezza”. Tradotto: l’oggetto del contratto non è divulgabile. Per ora. E De Luca si è limitato a porre l’obiettivo di 4,5 milioni di vaccinati in regione entro l’autunno. Una clausola voluta espressamente dai russi. “L’hanno chiesto anche agli altri Stati”, spiegano da Palazzo Santa Lucia. Perché blindare col “segreto” una operazione portata avanti dalla pubblica amministrazione, che gestisce denaro pubblico ed è soggetta a regole di trasparenza?

Campania, De Luca e il vaccino Sputnik: chiuso il contratto col fondo russo

L’intesa, come ormai noto, è condizionata all’autorizzazione del siero russo da parte di Ema o Aifa. Vuol dire che senza l’ok delle autorità sanitarie il contratto è carta straccia. Perde di efficacia. Ma c’è di più. Agganciata alla “non disclosure” dell’intesa, come si dice in gergo, pende la conseguenza di un “risarcimento danni” da versare ai russi, nel caso in cui venissero fuori l’oggetto del contratto e il contenuto della trattativa. Per questo il contratto non è stato pubblicato ed è in una cassaforte di Soresa. Il che fa aumentare la distanza tra Regione e governo, soprattutto ripensando alle parole del premier Mario Draghi quando dice: “Mi riservo di esaminare la parte giuridica di questi contratti…”. Nelle pieghe del codice degli appalti c’è la strada che porta dal centro direzionale, sede della Soresa, fino al quartier generale in Russia di “Human Vaccine”, la società rappresenta da Rdif. È un articolo preciso: il numero 62 delle norme sugli appalti. Tecnicamente si chiama “procedura competitiva con negoziazione”. Vuol dire che si avvia una consultazione, senza bando di gara, con un certo numero di “operatori economici”.

Sputnik, Draghi gela De Luca “L’Ema deciderà fra 4 mesi”

Ricevute le offerte, è possibile avviare una negoziazione prima di giungere al contratto finale. Tutto nel giro di un mese. Ma con la missione Sputnik, consegnata a Soresa in una nota del 17 febbraio firmata dal governatore Vincenzo De Luca, si apre una faglia nella governance della società regionale. Perché è allora che l’amministratore Corrado Cuccurullo, docente universitario, consegna al governatore le dimissioni da direttore, incarico che ricopriva ad interim fino a quel momento. Che succede? La mossa di De Luca è inviare a Soresa Mauro Ferrara, un dirigente della Regione che è il segretario della giunta regionale, ossia colui che garantisce la legittimià di tutti gli atti approvati da De Luca e dai suoi assessori. È Ferrara a quel punto che agisce “con i poteri conferitigli dal consiglio di amministrazione con verbale del 27 febbraio”.

Il commento

De Luca sullo Sputnik dalla Campania a Putin

Occhio alle date: il 17 febbraio De Luca scrive per la prima volta di vaccini antiCovid a Soresa, dopo dieci giorni il timone passa a Ferrara, il 2 marzo il consiglio regionale approva una mozione “per la ricerca di un vaccino alternativo” e dopo 24 ore, il 3 marzo, il neo direttore Ferrara scrive agli atti che “sono state consultate undici aziende e una sola ha presentato un’offerta”. Non scrive il 3 marzo il nome della società. Ma è il via libera alla trattativa con i russi. E a quel punto si innesta anche un canale diplomatico. L’ambasciatore italiano in Russia è un napoletano: Pasquale Terracciano, classe 1956, laurea alla Federico II. È l’ambasciata che fornirà il supporto all’operazione. Lo scrive la Regione. E De Luca “ringrazia”.

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