Processo a Ciro Grillo, una dei difensori degli imputati denuncia: “Minacce ricevute sui social”

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«Ricevo da ieri minacce continue sui profili social», denuncia l’avvocata Antonella Cuccureddu, difensore di fiducia di Francesco Corsiglia, uno dei quattro ragazzi imputati per il presunto stupro di gruppo che sarebbe avvenuto il 17 luglio del 2019 in Costa Smeralda. Gli altri tre a processo, a Tempio Pausania, sono Ciro Grillo (figlio del fondatore del M5S), Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti all’epoca dei fatti poco più che ventenni. «Ho rappresentato al Tribunale quello che sta accadendo sulla stampa: per avere fatto domande su fatti che sono oggetto del processo, sono stata accusata di avere fatto qualcosa di non opportuno». E Cuccureddu aggiunge di averlo denunciato anche in aula, ricevendo la solidarietà del presidente del collegio giudicante, Marco Contu, e del procuratore capo di Tempio, Gregorio Capasso.

Lo si apprende a fine udienza, iniziata alle 10,30 e terminata alle 15,30: cinque ore in cui la legale ha interrogato Silvia, nome inventato della studentessa italo-norvegese che il 26 luglio 2019 denunciò lo stupro ai carabinieri di Milano. «Ed anche oggi è stata una giornata difficile – ripete l’avvocato Dario Romano, che assiste la presunta vittima insieme a Giulia Bongiorno, la senatrice della Lega assente in aula per impegni istituzionali –. Anche oggi per la mia cliente è stato un calvario, un doloroso ripercorrere ogni passaggio e rivivere ogni dettaglio di questa vicenda».

Edoardo Capitta (a sinistra) e Vittorio Lauria in tribunale

La giornata era iniziata con le dure dichiarazioni di Antonella Cuccureddu: «Non riuscirete ad intimidirmi, io vi ringrazio per quello che avete scritto, ma continuerò a fare il mio lavoro nell’unico modo in cui lo so fare». Un fiume in piena, l’avvocata, uno dei sette difensori dei quattro imputati. Parla davanti al Palazzo di Giustizia di Tempio Pausania, dove da più di un anno si celebra il processo a porte chiuse. Il suo sfogo segue di appena 12 ore le polemiche sulle domande fatte da lei in aula alla ragazza, ritenute troppo “intime”, e sessiste. Domande che in un certo qual modo hanno sorpreso anche gli stessi avvocati che difendono gli imputati insieme a lei: Alessandro Vaccaro, Enrico Grillo, Ernesto Monteverde, Andrea Vernazza, Gennaro Velle e Mariano Mameli.

E sui social decine di persone scrivono e commentano quanto sarebbe accaduto al processo. In prima linea alcune attiviste dei movimenti femministi sardi che hanno paragonato l’andamento del dibattimento a Tempio Pausania come quello al processo tenutosi a Latina nel 1979 riguardante il delitto del Circeo, contro Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido. “Si potrebbe pensare di andare a manifestare fuori dal tribunale per portare la solidarietà a questa ragazza”, scrivono sui social. Proposta che si sta valutando per le prossime due udienze previste per il 30 gennaio e 1 febbraio.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Stupro grillo avvocata]]

Lei, Antonella Cuccureddu, però non arretra: «Le domande che si faranno, continueranno a riguardare i fatti di questo processo – dice ancora – E’ un processo su violenza sessuale e chiaramente non farò domande su furti di borsette ma semplicemente sui fatti e solo sui fatti. E vi ricordo che tutte le domande che sono state poste ieri, sono state vagliate, nonostante ci fossero state alcune opposizioni, da un tribunale che può lavorare in questo modo. Perché nel 1988 è stato introdotto il sistema accusatorio che ha il suo punto focale nel controesame, che può riguardare non i pianti ei sentimenti della vittima, può riguardare solamente i fatti». E aggiunge: «Farò presente al Tribunale quanto sta succedendo in questo processo e qual è la pressione che sto subendo. Sono state stigmatizzate domande fatte dal Tribunale».

Francesco Corsiglia a Palazzo di Giustizia 

A stretto giro le risponde anche Laura Boldrini, ex presidente della Camera: «Questo modo di difendere

imputati per stupro è sconvolgente e scandaloso. Questa è vittimizzazione secondaria, un’altra forma di violenza che colpisce le donne che denunciano. E non ha nulla a che fare con il diritto di difesa di chi è accusato. Questa è misoginia e deve restare fuori dai tribunali». Lo scrive pure lei sui social: «A leggere la cronaca dell’udienza della ragazza che ha denunciato uno stupro di gruppo, vengono i brividi. I brividi e tanta rabbia – dice – Come dice giustamente l’avvocata Boiano, sembra di essere tornati a “Processo per stupro”, a 50 anni fa, con la donna che ha denunciato che finisce sotto accusa al posto dei presunti stupratori».

Tempio Pausania

“Come le sono stati tolti gli slip?”. Le domande alla ragazza durante il processo per stupro di gruppo a Grillo jr. L’avvocato di lei: “Un interrogatorio da Medioevo”

A ricordare le tappe di ieri ed i dettagli “quantomeno fastidiosi”, Silvia ha detto che “quel giorno mi sono sentita una preda, ma oggi sono sfinita e di fronte a certe domande mi viene da vomitare”. Sono le poche parole riferite dal suo difensore, Dario Romano, che lo ha definito «Interrogatorio da Medioevo», tale appunto per il tenore delle domande poste alla ragazza. Un interrogatorio «pesante», rievocativo, che ha stremato la ragazza, che da presunta vittima si è sentita come sul banco degli imputati. E però il presidente del collegio giudicante, Marco Contu, ha spiegato che «è un processo per violenza sessuale e mi interessa sapere come si sono svolti i fatti». Giustificando così, in un certo senso, i particolari morbosi rievocati in aula. Ed alle osservazioni dei cronisti se in questo modo non c’è il pericolo di una vittimizzazione secondaria della ragazza, l’avvocata Cuccureddu replica seccamente: «Il concetto di vittimizzazione parte da un presupposto, che ci sia una vittima; il processo si fa per accertare i fatti che sono sequenze di condotte che si realizzano in un luogo e in un tempo. Si deve chiedere cosa è accaduto, segmento per segmento. Il mio dovere è difendere quella persona, rappresentando al giudice tutti gli elementi che sono agli atti».

In ogni caso, la deposizione di oggi Silvia per il quarto giorno (gli altri due sono stati il 7 e l’8 di novembre) proseguirà anche nella prossima udienza del 31 gennaio. In quella occasione, durante le controrepliche, potrebbero essere proiettati i tre spezzoni di video prodotti il 17 luglio 2019 nella villetta di Cala di Volpe in uso alla famiglia Grillo. Le immagini riguardano appunto lo stupro di gruppo, immortalate nei telefonini di almeno dei tre (su 4) imputati. I fatti: accaduti durante la vacanza in Costa Smeralda di Silvia, allora appena maggiorenne, e della sua amica, coetanea e compagna di liceo Roberta (pure questo nome di fantasia). A quest’ultima – è assistita da Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano del Foro di Milano – sono state scattate foto oscene, mentre lei dormiva sul divano. Anche questa è considerata violenza sessuale.

Intanto, è stato annunciato il calendario delle prossime udienze: oltre il 31 gennaio e il primo febbraio 2024, ancora per ascoltare Silvia, le successive saranno il 7 e l’8 marzo, l’11 e 12 aprile e il 13 e 14 giugno.

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