Il nuovo calendario fiscale del governo scontenta commercialisti e consulenti del lavoro

Pubblicità
Pubblicità

MILANO – Il nuovo calendario fiscale delineato dal Consiglio dei ministri che ha approvato il relativo decreto scontenta gli addetti ai lavori. Dai commercialisti ai consulenti del lavoro, è stata ampia la sventagliata di critiche che sono arrivate a valle dell’approvazione.

“Le date previste nel nuovo calendario fiscale sono incompatibili con le esigenze di imprenditori e professionisti. È un passo indietro perché non sono conciliabili con le attività periodiche. È necessario dunque rivedere la tempistica perché la sovrapposizione di termini e l’ingorgo di scadenze non favoriscono di certo la fluidità dei rapporti tra fisco e contribuente”, ha detto ad esempio Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.

Mentre Anc, Adc, Andoc, Fiddoc e Unico (sindacati dei commercialisti), insieme a Confimi imprese e Assosoftware, hanno formulato proposte per un “calendario fiscale 2024 sostenibile”: tra le principali c’è “l’individuazione di una data fissa per il rilascio da parte dell’Amministrazione Finanziaria degli applicativi, dei modelli, delle circolari e delle istruzioni (il 28/2), e in materia di concordato preventivo un tempo maggiore (40 giorni) per la valutazione della proposta presentata dall’Agenzia delle Entrate, rispetto ai 5 giorni previsti dallo schema di decreto”. Il prossimo anno, ha spiegato il presidente dell’Anc Marco Cuchel, ci sarà “un ingorgo di scadenze che metterà in forte difficoltà imprese e professionisti. Ma soprattutto – ha aggiunto – rischia di vanificare quelli che sono gli obiettivi del governo rispetto al nuovo istituto del concordato preventivo biennale, una modifica necessaria per poter essere efficace anche in termini di gettito”.

Ma quali sono queste novità contro cui si sono scagliati?

Il decreto sugli adempimenti amplia la dichiarazione precompilata e la estende alle persone fisiche con partite Iva. Precompilata che per altro – come si legge nella relazione illustrativa – cambia con un “nuovo meccanismo di interazione con il contribuente, non più basato sui campi del modello dichiarativo, ma direttamente sulle informazioni a disposizione dell’Agenzia delle entrate, che a decorrere dal 2024, saranno proposte al contribuente in una apposita area riservata del sito dell’Agenzia e potranno essere direttamente confermate o modificate mediante un percorso guidato e con un linguaggio semplificato”.

Sulle scadenze, tra quelle di maggior impatto c’è appunto il 30 aprile come momento in cui l’Agenzia delle entrate mette a disposizione la precompilata per i contribuenti partite Iva. Mentre il 30 settembre diventa data ultima per l’invio dei modelli Redditi e Irap. Il decreto poi anticipa i tempi entro i quali l’Amministrazione finanziaria rende disponibili i programmi informatici relativi agli indici sintetici di affidabilità fiscale: entro il mese di aprile relativamente all’anno 2024, ed entro il giorno 15 del mese di marzo a partire dal 2025. E ad agosto scatta la tregua con lo stop agli invii di comunicazioni.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *