Miscusi investe nel sorgo, la pasta è più sostenibile

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Miscusi, il brand italiano di ristoranti di pasta fresca conferma il suo impegno verso la sostenibilità presenta il suo ultimo ‘eroe’ culinario, il fusillone di sorgo, un cereale che cresce senza bisogno di irrigazione, riducendo così le emissioni di CO2 del 78% e usando circa il 90% di acqua in meno rispetto ad un grano generico coltivato con le convenzionali tecniche agricole. Un progetto in cui la società ha investito circa 200 mila euro.
    La ‘rivoluzione’ di Miscusi è iniziata nel 2019 e oggi sono oltre 10 gli ettari che l’azienda ha coltivato con una tecnica rigenerativa riducendo o eliminando l’utilizzo di acqua, pesticidi o fertilizzanti chimici. “Il sorgo, o come lo chiamavano i miei nonni contadini la ‘saggina’, fa parte delle nostre tradizioni. Lo usavamo per ruotare il campo, dare da mangiare agli animali o essiccato e intrecciato per fare le scope. Oggi è l’impasto più sostenibile di Miscusi. Credo che si possano trovare tante risposte alle sfide che viviamo, facendo un passo indietro, prima di farne due avanti” spiega Alberto Cartasegna, Ceo di Miscusi che punta nel 2024 a raggiungere i 25 milioni di ricavi e un ebitda di 2 milioin con 10 nuove aperture di ristoranti.
    Il sorgo di miscusi ad oggi viene coltivato presso il centro sperimentale Agrifuture della MartinoRossi. La pianta, che già naturalmente non necessita di grandi quantitativi di acqua, viene irrigata da un sistema brevettato sotterraneo in prossimità delle radici che consente di non avere dispersioni o sprechi di acqua; inoltre viene consociata ad altre coltivazioni di altezza ed esigenze differenti per consentire sia un migliore afflusso della luce solare sia per favorire la biodiversità del campo stesso.
   

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