Sanità negata: la storia di Emanuel Prenga, il ragazzo albanese che per curarsi in Italia deve pagare 2000 euro

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ROMA – Emanuel Prenga ha 24 anni e un grave deficit cognitivo: è costretto in carrozzina da quando era bambino in seguito ad una paralisi cerebrale infantile. Ovviamente ha bisogno di cure continue e nei prossimi mesi dovrà sottoporsi anche a un importante intervento alle gambe. Emanuel vive in Italia ma è albanese e, dunque, da quest’anno, l’accesso al Servizio sanitario nazionale non è più gratuito. Deve pagare 2.000 euro all’anno, questa la somma che il governo Meloni ha deciso per tutti gli stranieri, negando sostanzialmente l’accesso alle cure a chi, come Emanuel, non può permetterselo.

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“Prima aveva la pensione di invalidità”

Proveniente da un orfanotrofio albanese, il ragazzo è stato accolto in Piemonte in una delle case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII che adesso solleva il suo caso. “Le condizioni di Emanuel – spiegano i responsabili della Comunità – lo costringono a muoversi in carrozzina, e a vivere grazie alla pensione di invalidità. Fino a dicembre 2023 questo contributo mensile riusciva a garantirgli una vita dignitosa, coprendo anche le sue spese sanitarie”.

La doccia fredda

Con il nuovo anno è arrivata per lui la doccia fredda: al momento del rinnovo, come straniero, dell’iscrizione al Sistema sanitario nazionale, ha scoperto di dover pagare per la Sanità oltre 2.000 euro invece degli abituali 387. È questa la cifra annuale richiesta dallo Stato dal 2024 per continuare a offrire i servizi sanitari di base; un importo che assorbe per l’intero la sua pensione di un mese.

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L’interrogazione dei dem ai ministri Schillaci e Locatelli

La situazione di Emanuel Prenga e di migliaia di stranieri, dai migranti agli studenti universitari, che non possono permettersi di pagare 2.000 euro all’anno, è al centro di un’interrogazione parlamentare del Pd firmata da Chiara Gribaudo e Marco Furfaro: “L’assistenza sanitaria è obbligatoria anche per i cittadini extracomunitari, che risiedono regolarmente in Italia, a prescindere dalle motivazioni del soggiorno (studio, lavoro, religione eccetera), quindi non è possibile risiedere regolarmente in Italia senza aver attivato un qualche tipo di assistenza – scrivono i due dem – Purtroppo con l’ultima legge di bilancio il governo ha continuato la sua opera di attacco ai più poveri e ha quindi aumentato il contributo volontario forfettario facendolo passare da 387,34 euro annui ad un minimo di duemila. Molti, pur essendo regolarmente soggiornanti in Italia, non sono minimamente nelle condizioni di far fronte a quelle cifre. Persone sole, in povertà o con gravi disabilità sono costrette a rinunciare all’assistenza sanitaria. È, per noi, questa una situazione intollerabile e per tali motivi abbiamo depositato un’interrogazione urgente al ministro della salute Orazio Schillaci e alla ministra della disabilità Alessandra Locatelli“.

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