Giornata mondiale della meteorologia: il 96% degli italiani guarda le previsioni del tempo almeno una volta alla settimana

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Anche la meteorologia ha la sua giornata mondiale che è oggi, 23 marzo. La giornata è stata istituita nel 1961 e da allora questa scienza ha acquisito sempre più importanza nella vita di tutti noi: secondo una ricerca BVA Doxa per iLMeteo.it il 96% degli italiani guarda le previsioni almeno una volta alla settimana e per il 20% di loro consultarle è un’abitudine che li spinge a informarsi sul tempo compulsivamente, più volte durante il giorno.

L’impegno contro i cambiamenti climatici

Ogni anno questa giornata è dedicata a un tema specifico e quello del 2024 riguarda l’impegno collettivo contro i cambiamenti climatici. Anche iLMeteo.it, il primo provider meteorologico d’Italia con 6 milioni di utenti medi al giorno e una media mensile di 30 milioni di utenti unici, ha voluto celebrare questa giornata e lo ha fatto stilando 4 curiosità sul tema.

Clima e tempo: parenti diversi

Il tempo meteorologico (o meteo) indica lo stato dell’atmosfera in un dato luogo e in un determinato momento e varia continuamente in funzione dei movimenti delle masse d’aria e con il passaggio dei cicloni o la presenza degli anticicloni; viene descritto in tempo reale misurando variabili come temperatura, umidità, velocità del vento, pressione. Il clima di un’area geografica in un particolare periodo dell’anno (un mese, una stagione), invece, è dato dalla media dei parametri meteo (temperatura, precipitazioni, vento, umidità) calcolata nell’arco di decenni (tipicamente 25-30 anni). Il clima quindi ci fornisce indicazioni sul lungo periodo di una certa zona in base alle temperature medie e alla quantità e distribuzione delle piogge durante l’anno. Ad esempio la presenza di tanta neve sulle Alpi e il freddo in Italia dell’inizio di marzo (‘tempo’) non sono risultati in contraddizione con il riscaldamento del pianeta (‘clima’) degli ultimi decenni.

I record

A proposito di clima e di cambiamenti climatici, gli ultimi anni hanno segnato una serie di record: il 2022 è stato il più caldo della storia in Italia e il 2023 il più caldo nella storia a livello globale con una differenza minima sul 2022 per l’Italia. Ma anche il 2021 non è stato da meno: in Sicilia, quell’anno, sono stati registrati 48,8°C, temperatura più alta della storia d’Europa. Il 2024, infine, non promette niente di diverso in quanto a record: l’anno è iniziato infatti con temperature alte, addirittura con 7°C oltre la media a febbraio in Germania e circa 4°C in più in Italia.

Fog scavenging: la nebbia fa bene o male al clima?

Il fog scavenging consiste nella deposizione al suolo delle polveri sottili in seguito alla loro unione con l’acqua contenuta nello strato nebbioso. Nonostante sia largamente diffuso il binomio nebbia=inquinamento, in realtà le cose stanno nel modo opposto. La nebbia si comporta, a volte, come ‘pulitrice d’aria’, riducendo la concentrazione del particolato atmosferico. A dimostrarlo, anche i numeri: “Se prendiamo l’Indice di Vivibilità Climatica – dicono i meteorologi de iLMeteo.it – vediamo come a Milano nel 2022 ci siano stati 39 giorni di nebbia, quasi la metà rispetto al 2010, quando se ne erano contati 77. “E con la ‘nebbia pulitrice’ sempre meno frequente – spiegano da iLMeteo.it – ecco che Milano resta una delle città ad oggi più inquinate d’Italia” secondo i dati dell’indice AQI (Air Quality Index).

Tramonti sempre più belli

Negli ultimi anni capita spesso di vedere tramonti spettacolari. Purtroppo, la ragione di tanta bellezza non è proprio positiva. La causa, infatti, è da ricercarsi nella presenza di particelle sospese nell’atmosfera, come polvere in arrivo dal deserto del Sahara, aerosol, fumo degli incendi o varie sostanze inquinanti, come il biossido di azoto, che possono deviare la luce blu e verde, a favore delle lunghezze d’onda rosse e arancioni. Quello che pensiamo essere un momento della giornata spettacolare, perciò, ci ricorda in realtà un problema ambientale.

La figura del meteorologo

“Nonostante le differenze tra tempo e clima, – dicono i meteorologi Lorenzo Tedici e Mattia Gussoni de iLMeteo.it – comunque, la figura del meteorologo è centrale. La cronaca recente ci ricorda come gli eventi meteo estremi stiano diventando sempre più frequenti, come l’alluvione in Romagna della scorsa primavera, quella in Toscana del 2 novembre o quella delle Marche dove caddero fino a 700 mm di acqua in poche ore (l’equivalente di 5 mesi di piogge). Si tratta di nubifragi che colpiscono spesso aree ristrette, ecco perché diventa fondamentale la previsione meteo nel brevissimo periodo (nowcasting) in modo da allertare nel tempo più rapido possibile le zone potenzialmente coinvolte”. E continuano: “la figura del meteorologo diventa dunque essenziale nel comunicare al pubblico le variazioni del tempo, così come essenziale è l’affidabilità dei modelli matematici che supportano il lavoro del professionista”. “Da anni iLMeteo.it – concludono – lavora proprio su questi fronti da una parte la puntualità della previsione sfruttando al meglio le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, dall’altra sul versante della comunicazione fornendo informazioni semplici e accessibili”.

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