C’è una nuova cometa in cielo: C/2023 P1 Nishimura, venuta da lontano. Ecco come osservarla

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È arrivata, come tante sue compagne, senza preavviso, fantasmi di un passato remoto che emergono dall’abisso oscuro del cosmo, dai quartieri antichi e remoti del Sistema solare. È una nuova cometa, C/2023 P1 scoperta nemmeno un mese fa da un astrofilo giapponese da cui ha preso anche il nome, Nishimura. Ora questo fossile spuntato dal buio dei quartieri periferici che orbitano attorno al Sole si avvicina e brilla, sempre di più. Potrebbe, tra pochi giorni, essere visibile anche a occhio nudo, (anche se con le comete, davvero, non si dà mai niente per scontato). E come accade per tanti di questi visitatori inattesi, sarà per tutti noi un’occasione unica di ammirarlo prima che ritorni da dove è venuto, senza che lo si possa rivedere nell’arco di una vita umana.

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Non è un caso che nel film Don’t look up (ma anche in Deep impact), sia una cometa e non un asteroide a prendere la parte del distruttore del nostro Pianeta (“planet killer”). Una cometa come Nishimura, appunto, scoperta all’ultimo momento, che si avventura nel Sistema solare interno proveniente dalla nube di Oort, una gigantesca regione molto oltre l’orbita di Plutone. C/2023 P1 Nishimura è una cometa “non periodica”, significa che non è mai stata osservata prima e solo i calcoli sulla sua orbita ci diranno se potrebbe tornare, nell’arco di centinaia di anni, oppure no.

Intanto, ci godiamo, per quanto possibile, la sua chioma e la sua coda, che avvicinandosi al Sole diventano sempre più luminose. Secondo gli astronomi, potrebbe essere addirittura la prima volta che questo oggetto si avvicina alla nostra stella. Lo sta facendo in questi giorni, il ghiaccio e gli elementi volatili del suo nucleo si sono accesi con vigore, “pettinati” dal vento solare. C/2023 P1 Nishimura è diventata sempre più brillante, astronomi e astrofili di tutto il mondo ne hanno già scattato immagini suggestive e di grande impatto.

La posizione della cometa Nishimura nel cielo prima dell’alba il 12 settembre (credits: SkyandTelescope)

Quando osservarla

Non è un’osservazione semplicissima, perché Nishimura in questi giorni si trova nella costellazione del Leone. Chi ha familiarità con il cielo (ma anche con l’astrologia in questo caso) intuisce che si trova molto vicino alla nostra stella e le si avvicinerà sempre più. Per questo motivo è visibile circa un’ora prima dell’alba verso est e, con difficoltà, per un brevissimo periodo di tempo dopo il tramonto, guardando verso ovest, sempre molto bassa sull’orizzonte, nel bagliore del crepuscolo. Sarà in compagnia di Venere, poco distante e luminosissima, e di una sottile falce di Luna, il 12 settembre.

Col passare dei giorni si muoverà dal Leone verso la Vergine. “Le condizioni osservative non sono ideali”, conferma Gianluca Masi, astrofisico del Virtualtelescope. “Si può vedere in prossimità dell’alba, quando il cielo comincia a schiarirsi ma le cose diventano sempre più complicate, a parità di orario sarà sempre più bassa, il 12-13 settembre, saranno gli ultimi giorni per tentare di vederla con un binocolo. Potrebbe teoricamente diventare visibile a occhio nudo ma, così bassa sull’orizzonte, la sua luce deve attraversare uno strato più spesso in atmosfera e perciò viene indebolita”.

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Tentare però non nuoce. I giorni giusti per la ‘caccia’ sono dunque questi. Tuttavia, mentre è ancora un po’ distante dal Sole, è un’occasione perfetta per gli astrofili (e gli osservatori astronomici sparsi nella Penisola), per puntarla col telescopio e ammirare tutte le sue caratteristiche. I dettagli della chioma, la coda di polveri e quella di ioni che si estendono per milioni di chilometri.

Sfida alle fiamme del Sole

Il 13 settembre si troverà nel punto più vicino alla Terra, ma comunque a distanza di sicurezza (circa 130 milioni di chilometri) e la sua luminosità potrebbe aumentare fino a essere visibile senza strumenti. Il 17 dovrebbe raggiungere la sua massima brillantezza ma, di contro, sarà già molto, troppo, vicina al Sole. Il 18 settembre, infatti, si troverà al perielio, il punto più vicino al Sole lungo la sua orbita. E da quel momento inizierà ad affievolirsi, spegnendosi mentre si allontana per tornare da dove è venuta. Sempre che sopravviva alle fiamme della nostra stella. Molte comete, infatti, riemergono a pezzi: “Il passaggio ravvicinato potrebbe disgregarla, perché passerà molto vicino al Sole”, continua Masi. “Quindi ammesso che riemerga intera, potrebbe essere visibile a occhio nudo al crepuscolo. Nell’emisfero australe, però, non più dal nostro, verso la fine del mese”.

Qualcuno, nell’ambiente astronomico, ha avanzato l’ipotesi, ritenuta però poco probabile, che uno sciame meteorico minore, le Sigma-idridi, possa essere in correlazione con questa cometa. E così, tra novembre e dicembre, si potrebbero osservare molte più stelle cadenti originate dalle polveri ‘seminate’ da Nishimura. Ma è uno scenario considerato già da ora poco probabile.

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