Fiorello: “Berlusconi voleva candidarmi. Giorgia Meloni un’ottima tata, faceva giocare mia figlia con i Lego. I miei maestri? Costanzo, Baudo e Mike. Volevo smettere al terzo giorno e sono arrivato fin qui…”

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È stato un Fiorello come non lo si era mai visto né sentito quello su Rai 1 sabato 30 dicembre a Stasera parlo io, il programma di access prime time che ha visto lo showman intervistato dal direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Un faccia a faccia in cui i due hanno ripercorso la “vita spericolata” del conduttore in un ritratto inedito e intimo. Sebbene fuori dalla sua comfort zone: “Entro in ansia con le interviste” ha infatti esordito Fiorello, “nonostante sia ormai alla soglia dei quarant’anni di carriera, le interviste mi mettono un po’ ansia, perché a volte mi sembra di non essere all’altezza della domanda, o di essere banale. Mentre l’intervistatore ti fa la domanda, penso nel mio cervello ‘questo l’ho già detto, questo non si può dire’. Poi, adesso, con il politicamente corretto diventa ancora più difficile, bisogna misurare le parole qualunque cosa si dica”.

A Sanremo con Amadeus

A condurre i giochi, dopotutto, è lui. Proprio come con Viva Rai 2, il suo programma mattutino quotidiano: “Dove trovo la voglia ogni mattina? Me lo chiedo pure io. C’è questa magia e non c’è niente da fare, quando metti il primo passo sul palcoscenico immediatamente si crea la magia, sparisce tutto. E si spegne immediatamente quando dici ‘Ci vediamo domani’”. Una postazione, quella di Viva Rai 2, che dal Foro Italico di Roma si sposterà a breve a Sanremo in previsione dell’imminente Festival 2024, di cui Fiorello sarà co-conduttore al fianco dell’amico Amadeus nell’ultima serata di sabato 10 febbraio: “Ci sarà il glass di Viva Rai 2 all’Ariston, avrò la possibilità di entrare in teatro ma non di andare sul palco – ha anticipato – ci siamo dati una regola con Amadeus, io devo andare sul palco sabato, l’ultima serata del Festival, la sua ultima. Quindi lo devo prendere e portare via. Fino ad allora potrò entrare in sala, ci saranno dei cartelli sul palcoscenico con scritto ’Io non posso salire’ con la mia faccia. Posso arrivare in cima alle scale ma non scendere e in platea ma non salire. Ciò non significa che non si possano fare cose. Posso avere anche ospiti e sorprese che Amadeus non sa. Chi lo sa. Se sarà davvero il suo ultimo Festival? Sì, ma secondo me fra due anni torna”.

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Fiorello: “La vita mi fa ridere, non quello che vediamo ai tg”

Un’accoppiata vincente, la loro, in grado di strappare diverse risate ai telespettatori. Ma se uno come Fiorello sa far ridere gli altri, chi fa ridere uno come Fiorello? “La vita mi fa ridere” ha confessato, “mentre non mi fa ridere ciò che vediamo ai tg e leggiamo sui giornali. Certe notizie rabbuiano la vita, per questo noi la mattina vorremmo essere quella finestrella di buonumore che dura 45 minuti. Poi nel resto della giornata si parla di quello. Cerco di tener alto il morale”.

“Baudo, Costanzo e Mike: ecco i miei maestri”

Entrato da tempo nell’Olimpo dei volti televisivi più amati e apprezzati al pari dei grandi come Pippo Baudo, Maurizio Costanzo e Mike Bongiorno, Fiorello ha voluto quindi spendere due parole proprio sui suoi maestri: “Pippo Baudo? Una figura di riferimento per tuti i siciliani che hanno intrapreso la carriera. La data del suo compleanno per noi è come Natale. Io il suo erede? Diciamo che facciamo cose diverse. Per me il suo erede è Amadeus. Mi bocciò a un provino, non mi prese perché mi disse che dovevo fare altro, nel senso che non ero ‘un artista da tre minuti’. ‘Tu in tre minuti dici solo come ti chiami’, queste furono le sue parole, ‘Io ho bisogno di persone che in tre minuti mi facciano uno show, tu hai bisogno di un intero programma ma qui ci sono già io’”.

E ancora: “Mike e Maurizio Costanzo sono quelli con cui ho avuto più a che fare. Maurizio Costanzo è stato determinante nel cambio di direzione della mia vita, è arrivato nel momento in cui da Milano decisi di cambiare vita e venire a Roma. Mi accolse al Costanzo Show, poi facemmo un’edizione di Buona domenica e lì conobbi mia moglie Susanna. Con Mike abbiamo passato cinque anni bellissimi, facevamo una campagna pubblicitaria di una compagnia telefonica e ci siamo divertiti tantissimo. Lui si divertiva come un bambino”.

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“Berlusconi mi chiese di candidarmi. Ma la politica non fa per me”

Su Chiesa e politica, due argomenti molto gettonati soprattutto in questo clima di feste, il conduttore si è poi così espresso: “La Chiesa? Da poco sono stato dal Papa, siamo andati in gruppo e quando sono arrivato davanti a lui gli ho dato la mano e ha fatto un’espressione tipo ‘Guarda chi c’è’. Perché ogni tanto ho fatto qualche battutina”. “Se mi hanno chiesto di entrare in politica? Quando ero a Milano sì, ai tempi c’era Berlusconi, lavoravamo insieme a lui quindi era capitato”. E alla domanda se gli sarebbe piaciuto diventare deputato o senatore risponde: “Non ne sarei capace”. Quanto, poi, alla domanda su chi voti, o abbia votato, “faccio parte della vecchia guardia – replica – io non so Walter Chiari per chi votasse, non l’ho mai saputo. Partecipazioni a eventi politici? Mi sono sempre tenuto abbastanza pulito. Io voglio fare spettacolo. Per chi ho votato? Io guardo le persone, se mi piace una persona voto quella persona. Se sta a destra, se sta a sinistra, mi interessa poco. A me interessano le sue idee”.

“Giorgia Meloni, la tata ideale”

E, a proposito di politica, come non citare allora l’aneddoto della premier Giorgia Meloni babysitter della figlia: “Mia moglie diceva che era bravissima, studiava nel mentre e non faceva giocare la bimba con le bambolette, ma amava i Lego, costruiva e faceva fare costruzioni” – le sue parole – “Comunque un bel ricordo, nulla da dire su Giorgetta”.

64 a maggio, tra ricordi e rimpianti

Decisamente una vita piena e una carriera lunga e costellata di successi quella di “Fiore” che, con i suoi “sessantaquattro anni a maggio”, si è dichiarato soddisfatto: “Senza quello che abbiamo vissuto nel passato non ci sarebbe il presente come sei oggi, se cambi qualche cosa cambi tutto. Per me va bene così, tutto quello che c’è stato, non toccherei niente. Anche le cose brutte. Mi sarebbe piaciuto tanto essere un calciatore di quelli pazzeschi, ultimamente un tennista di quelli pazzeschi. Ma, ovviamente, non avevo caratteristiche idonee a diventare un campione di niente. Rimpianti? Quello di non aver potuto studiare come avrei voluto. Io a scuola non ero male, il mio problema era la frequenza e che non ci andavo a scuola. Ma quando andavo funzionavo tantissimo. Avrei voluto leggere di più e avrei voluto tantissimo studiare la musica e imparare a suonare uno strumento. E soprattutto mi sarebbe tanto piaciuto imparare a parlare una lingua straniera come l’inglese. Ho rinunciato a tante cose bellissime solo per l’imbarazzo di parlare inglese”.

“Avevo detto: a cinquant’anni smetto…”

Da ultimo, infine, la domanda di rito sull’eventuale intenzione di smettere e ritirarsi: “Dire basta? Sempre, volevo mollare già il terzo giorno” – ha confessato – “Ho sempre detto ‘Basta’, ma sono arrivato a sessantatré anni. Ma comunque credo ci stiamo avvicinando, non credo di essere uno di quelli che arriverà alla carriera super lunga. Credo siano le ultime battute di una carriera bellissima, non mi posso lamentare di niente. Ma non diciamo niente: una volta ho detto ‘A cinquant’anni smetto’ e sono già sessantatré, quindi…”.

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