Il timore degli europei per il piano di Putin: “Proverà a invadere anche Odessa e poi offrirà una finta pace che non potremo rifiutare”

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PARIGI — E se Vladimir Putin proponesse una tregua unilaterale? I segnali sul campo di battaglia in Ucraina indicano il contrario: il presidente russo ha appena deciso di arruolare altri 150mila soldati nell’evidente preparazione di una forte offensiva in primavera-estate. Emmanuel Macron ha confidato al suo entourage che il Cremlino punta su Odessa, per crearsi un corridoio fino al Mar Nero, lambendo così la Transnistria e togliendo a Kiev lo sbocco al mare. Con gli inevitabili rischi di escalation che provocherebbe questo avanzamento delle truppe russe. «A quel punto il dibattito sull’invio di soldati in sostegno dell’Ucraina non sarebbe più teorico ma diventerebbe molto concreto, e noi europei rischieremmo di dividerci» confidano fonti diplomatiche di Bruxelles.

Dietro all’accelerazione che ha imposto Macron nella retorica dello scontro con Mosca, con la rivendicata «ambiguità strategica» sulle opzioni militari, e l’auspicato «sussulto» chiesto all’Ue per rafforzare subito gli aiuti militari a Kiev, non ci sono solo i dubbi sulle capacità della resistenza ucraina nelle prossime settimane. Il timore che circola nelle cancellerie occidentali è proprio una mossa a sorpresa di Putin. A seconda dell’esito dell’offensiva, il leader russo potrebbe giocare la carta del cessate il fuoco unilaterale. L’obiettivo del presidente russo sarebbe di spingere in una posizione scomoda molti leader europei, non solo nei confronti di Volodymyr Zelensky ma anche rispetto a opinioni pubbliche nazionali sempre più stanche della guerra. «Dovremmo stare attenti a non essere ingenui davanti a una tregua tecnica che sarebbe solo un bluff di Mosca per intanto riamarsi» confida una fonte europea a Repubblica. In passato, Putin ha regolarmente violato gli impegni al cessate il fuoco negli accordi di Minsk.

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Ma nel momento in cui la Russia riuscisse a creare l’illusione di una tregua, le forze politiche che già ora tentano di frenare l’invio di armi a Kiev avrebbero un nuovo argomento da usare. Una minaccia reale all’unità tra i governi dell’Ue che in oltre due anni di guerra è stata invece preservata.

Sul calendario è segnata una data: le Olimpiadi di luglio a Parigi. Un grande evento sportivo che potrebbe avere ricadute per la diplomazia. Non a caso Macron stesso ha evocato la tradizione della «tregua olimpica», parlando in un’intervista a un giornale ucraino. Altre fonti propendono per una finestra di opportunità più ampia per l’eventuale tregua offerta da Mosca: un periodo compreso tra luglio e novembre. Putin vorrebbe comunque approfittare della doppia debolezza dell’Ue e degli Usa. Bruxelles entrerà nella fase post voto delle elezioni europee del 9 giugno. Anche se i sondaggi non prevedono al momento un risultato che stravolga l’alleanza tra popolari, socialisti e liberali, l’ascesa dei gruppi dell’estrema destra Ecr e Id può creare un blocco per ostracizzare l’europarlamento e, attraverso diversi leader affiliati, provocare uno stallo al Consiglio.

La nuova legislatura potrebbe cominciare con lunghe trattative per arrivare alla nomina delle tre presidenze (Commissione, Consiglio, Europarlamento). Secondo alcune fonti, la prossima governance dell’Ue potrebbe non esserci addirittura prima della fine dell’anno. Cinque o sei mesi di transizione in cui il Cremlino sarà tentato di lanciare nuove destabilizzazioni. Putin potrebbe inserirsi così anche nella campagna elettorale americana. L’eventuale proposta di tregua da parte di Mosca avrebbe molte chances di essere utilizzata da Donald Trump contro Joe Biden, già in difficoltà per far approvare dal Congresso il pacchetto di nuovi aiuti a Kiev.

Lo scenario condiviso tra diplomatici occidentali è avvolto da molta incertezza, come tutto ciò che riguarda i piani di Putin. Ma spiega una delle ragioni profonde nell’accelerazione delle ultime settimane. Armare l’Ucraina il più rapidamente possibile, anche nell’ipotesi che Putin possa spiazzare tutti, fingendo a un certo punto di voler la pace.

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