Iran, in piazza per la Palestina. Il ministro Abdollahian: “Fermare i crimini di Israele”

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“Morte a Israele”, “Morte all’America”: migliaia di persone riunite venerdì a Teheran hanno reso omaggio ai sette soldati iraniani uccisi in un raid di Israele al consolato dell’ambasciata iraniana a Damasco. Il corteo funebre è iniziato nel centro della capitale iraniana in occasione della Giornata di Al-Quds (Gerusalemme), che si celebra ogni ultimo venerdì del Ramadan in diversi Paesi in solidarietà con i palestinesi e contro Israele.

Le bare dei sette membri del Corpo delle Guardie della Rivoluzione sono state deposte sui rimorchi di due camion parcheggiati in una delle piazze più grandi della capitale, accanto a un manifesto con la frase della Guida Suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei: “Faremo pentire il feroce regime sionista di aver commesso questo crimine”. Il capo di Stato iraniano ha promesso mercoledì che Israele, nemico giurato della Repubblica islamica, sarà “schiaffeggiato” per l’attacco a Damasco, che ha provocato 16 morti secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo l’agenzia locale Fars, erano presenti in piazza Ziad Nakhala, leader della Jihad islamica, movimento armato palestinese che combatte a fianco di Hamas a Gaza e che ha il sostegno dell’Iran, e il capo delle Guardie rivoluzionarie, generale Hossein Salami. Secondo i media locali, alla marcia avrebbero partecipato anche il presidente iraniano Ebrahim Raïssi e il suo predecessore Hassan Rouhani.

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La televisione di Stato ha trasmesso immagini di manifestazioni organizzate in altre città iraniane, tra cui Mashhad (nord-est), Qom (centro), Sanandaj e Shahrekord (ovest). Manifestazioni per l’Al-Quds Day erano previste anche in altri paesi, tra cui Libano e Siria. “È abbastanza chiaro che l’America è uno dei principali attori nella continuazione della guerra a Gaza”, ha denunciato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian in una dichiarazione pubblicata venerdì. “In questi giorni, donne e uomini palestinesi senza colpa, oltre a bambini innocenti e senza casa, vengono massacrati dai criminali israeliani, e nemmeno ospedali, centri medici e di soccorso, moschee e chiese vengono risparmiati dalla malvagità delle autorità e delle truppe di questo regime fasullo e bestiale”, afferma il ministro.

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“Le azioni dei sionisti possono indubbiamente essere considerate come una violazione dei diritti umani più evidenti e fondamentali e un’eclatante manifestazione di un insieme di crimini contro l’umanità: genocidio, apartheid e pulizia etnica”. L’embargo imposto alla Striscia, continua il ministro, ha come obiettivo, “è creare le condizioni per il collasso sociale e civile nella Striscia ed eliminare ogni segno di vita, oltre all’identità storica e culturale della Palestina”. Abdollahian punta il dito anche contro la comunità internazionale. “A causa del pieno sostegno al regime israeliano fornito dalla Casa Bianca e da altri Governi occidentali, gli sforzi umanitari finora non hanno prodotto risultati appropriati. Siamo fortemente rammaricati di vedere che la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza, che ha come principale responsabilità quella di garantire la pace e la sicurezza nel mondo, nonostante siano passati circa sei mesi dall’inizio dei brutali attacchi del regime sionista usurpatore a Gaza continua a rimanere inerte”. La soluzione per l’Iran è un “referendum, con l’aiuto delle Nazioni Unite, tra gli abitanti originari della Palestina, cristiani, musulmani ed ebrei”.

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