Il governo scorpora le autostrade di Anas

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Giovanna Vitale

ROMA — Impostato dal governo Draghi, il riassetto delle reti stradali è ora ai nastri di partenza. Il primo passo è contenuto nello schema di decreto, predisposto dal ministero dei Trasporti, che prevede la costituzione di una newco interamente pubblica cui affidare la gestione delle autostrade statali a pedaggio che in questo momento fanno capo ad Anas. Alla quale resterà la gestione diretta di 1.300 km di autostrade e raccordi non a pagamento, tra cui la Salerno-Reggio Calabria e il Gra di Roma. Almeno finché il governo Meloni non deciderà — altra mossa che sembra imminente — di scorporare l’azienda dal gruppo Ferrovie (un’aggregazione che non ha mai funzionato) per portarla sotto Cassa depositi e prestiti, trasformandola in un dipartimento del colosso guidato da Dario Scannapieco.

La newco invece, che prenderà il nome di Autostrade dello Stato spa, avrà come azionista unico il ministero dell’Economia, sarà qualificata come in house e potrà anche, «ove previsto dalla legge», costruire nuove autostrade statali in regime di concessione. Dentro confluiranno i circa 200 km a pedaggio che Anas gestisce tramite società partecipate: in particolare la Sitaf (Traforo del Frejus, partecipata al 51,09% per 82,5 km), la società Cav (Concessioni autostradali venete, gestita al 50% con identica quota da parte della Regione Veneto, per 74,1 km tra cui il passante di Mestre), l’Asti-Cuneo (35%, 55,7 km) e la società del Traforo del Monte Bianco (32,13% per 5,8 km). Senza dimenticare i 228 km di autostrade in Russia gestite tramite la Anas International Enterprise, spa a totale controllo pubblico.

Amministratore delegato di Autostrade dello Stato sarà, a sorpresa, una vecchia conoscenza del governo “giallorosso”: Vito Cozzoli, il consigliere parlamentare già capo di gabinetto del ministro grillino allo Sviluppo Stefano Patuanelli, di recente defenestrato dalla guida di Sport e Salute, la società nata qualche anno fa sulle ceneri di Coni Servizi. Una nomina dietro la quale pare scorgersi lo zampino di Giuseppe Conte e i suoi accordi con il centrodestra nel gran valzer delle partecipate ormai alle porte.

Il capitale iniziale sarà di 50 milioni di euro. Ma la cosa forse più interessante è che Autostrade dello Stato spa potrà stipulare non solo convenzioni a titolo oneroso con società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato per acquisire assistenza tecnica, operativa e gestionale, ma soprattutto costituire società di gestione di autostrade statali e acquisire partecipazioni in società esistenti ed operanti nello stesso ramo. Previsione che sembra in prospettiva preludere a una più complessa operazione di privatizzazione.

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