Juventus, segnali di ripresa: con Allegri aspettando l’estate

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TORINOChiesa e Vlahovic hanno spostato l’orizzonte della Juventus qualche settimana più in là, almeno fino alla semifinale di ritorno in casa della Lazio del 23 aprile: i due non segnavano assieme dal 16 gennaio (3-0 al Sassuolo) e quest’anno lo hanno fatto appena quattro volte in tutto, ma ogni volta che ci sono riusciti i bianconeri hanno vinto con comodo (ci sono anche un 3-0 all’Udinese e un 3-1 alla Lazio), senza i patemi del corto muso.

Il futuro di Allegri

Il 2-0 di Coppa Italia ha dato tempo e respiro ad Allegri e paradossalmente alimentato le spaccature tra i tifosi (che ormai si insultano livorosamente tra di loro, no Max contro sì Max), ma è chiaro che l’orizzonte suo resta corto e difficilmente scavallerà le scadenze di maggio. Però almeno sia lui sia la società potranno gestire con maggiore serenità i cinquanta giorni che restano, senza doversi affannare alla caccia di soluzioni d’emergenza che potrebbero anche peggiorare il problema (promuovere Montero, che allena la Primavera, oggi sarebbe un azzardo). Chiaramente, la condizione per la serenità è che il successo di martedì abbia arrestato la deriva: una partitaccia domenica prossima contro la Fiorentina riaprirebbe il fronte della crisi. Intanto, però, Allegri ha buon gioco nel dire che sta rispettando le aspettative («La società mi ha chiesto un posto in Champions e la finale di Coppa Italia: sono entrambi obiettivi aperti»), e vorrebbe che si notasse come il rendimento della squadra cambi quando la rosa è al completo (attualmente manca soltanto Milik) e quando gli unici due giocatori di livello superiore, per l’appunto Vlahovic e Chiesa, stanno bene entrambi. Il loro stato di grazia certo non basta a far diventare la Juve come l’altra sera l’ha dipinta Tudor, che ha osato sostenere che «quando spinge può battere chiunque, per me è all’altezza di Real e City»: è sembrata più che altro una provocazione ricca di sottintesi, come se l’allenatore croato, l’estate scorsa fortemente sponsorizzato da un’ala della dirigenza, volesse far notare che lui, con quel materiale umano, prometterebbe ben altri traguardi.

Allegri, la vittoria in coppa Italia una boccata d’ossigeno: ora serve la svolta in campionato per tenersi la Juve fino a giugno

Thiago Motta alla Juventus: è il favorito

Oggi come oggi, però, l’obiettivo della Juve è arrivare senza ansie alla fine di maggio, quando con ogni probabilità scatterà la rivoluzione e comincerà, a tutti gli effetti, l’era Giuntoli. La conferma di Allegri, che ha comunque ancora un anno di contratto, è sempre meno probabile, almeno quanto è insistente il lavoro ai fianchi di Thiago Motta, individuato come l’uomo del futuro ma che, col Bologna in piena corsa Champions, non ha ancora sciolto pubblicamente le riserve. I movimenti in società stanno tuttavia anticipando le strategie bianconere: con la partenza del ds Manna verso il Napoli, Allegri perde il dirigente al quale era più vicino, mentre nel frattempo Giuntoli potrà avere altri due uomini fidati, il suo luogotenente Pompilio, ora da De Laurentiis, e il ds Stefanelli, oggi al Pisa. Logica vuole che anche il prossimo allenatore sarà una sua decisione (Allegri e il suo lussuoso quadriennale furono un’esclusiva di Andrea Agnelli) e Motta è il prescelto, nonostante ieri dall’Inghilterra sia rimbalzato di nuovo il nome di De Zerbi.

Il mercato della Juventus

Le strategie di mercato sono state a grandi linee tracciate: gli acquisti saranno almeno uno di primissimo livello (Koopmeiners dell’Atalanta è in cima alla lista) e un paio appena sotto (Ferguson e Calafiori dal Bologna con Motta) e verranno finanziati con le cessioni di qualche giovane, a partire da Soulé, e di uno o due difensori: si punta a ricavare una cinquantina di milioni da Bremer (l’idea è che con la metà dei soldi si compra qualcuno di valore tecnico analogo) ma anche Danilo, il cui contratto scadrà nel 2025, non è più sicuro di restare.

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