Chiara Ferragni e il pandoro Balocco, denuncia del Codacons in 104 procure per truffa aggravata: “Pubblicità ingannevole per l’iniziativa benefica”

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Non solo la maxi sanzione dell’Antitrust e l’attacco diretto della premier Giorgia Meloni dal palco di Atreju (con successiva reazione del marito Fedez). Per Chiara Ferragni – che già ha annunciato di voler impugnare la decisione – si apre ora anche il capitolo con l’associazione che da tempo ha preso di mira le iniziative dei Ferragnez, il Codacons.

Che, proprio in seguito alla multa da oltre un milione per il caso del pandoro Balocco griffato Ferragni, annuncia esposti in 104 procure d’Italia “per rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato'”.

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La vicenda è quella, appunto, dell’iniziativa di un anno fa – periodo di Natale – di Ferragni e dell’azienda dolciaria, un pandoro in edizione limitata per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Ma, stando alla ricostruzione dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, quella pubblicità era scorretta, perché faceva intendere ai consumatori che comprando il pandoro (a 9,37 euro, invece di 3,68 euro che è il costo del pandoro non firmato) si partecipasse alla donazione diretta all’ospedale torinese. Ma in realtà Balocco aveva già fatto una donazione di 50mila euro al Regina Margherita ben prima che partisse la campagna pubblicitaria, e a Ferragni era stato corrisposto un cachet da oltre un milione, la cifra per cui è stata ora sanzionata dall’Antitrust (l’azienda Balocco è stata multata per 420mila euro).

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Oggi quindi annuncia il Codacons presenterà “un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali a seguito della sanzione inflitta dall’Antitrust, chiedendo di valutare gli estremi per l’apertura di indagini sul territorio tese ad accertare la possibile fattispecie di truffa aggravata a danno dei consumatori legata alla vendita del pandoro Balocco griffato Ferragni, sulla base dell’art. 640 del Codice penale secondo cui “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032″, pena che sale fino a 5 anni di reclusione nel caso di aggravanti previste dal Codice”. Il Codacons chiede poi “alla Guardia di Finanza di porre sotto sequestro i conti delle società legate all’influencer, allo scopo di garantire le azioni di rivalsa dei consumatori che hanno acquistato il pandoro incriminato”.

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A muovere l’azione legale dell’associazione è il “gravissimo contenuto del provvedimento dell’Autorità per la concorrenza che ha portato alla sanzione milionaria per la Ferragni”. Nel testo della decisione dell’Autorità appaiono alcuni passaggi, come “quello dove si spiega che ‘tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro […] in tutti i contenuti diffusi legati all’iniziativa del “Pandoro PinkChristmas” vi sono espressioni comunque dirette ad avvalorare la circostanza che la Signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro “griffato” e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della Signora Chiara Ferragni'”. C’è poi la “mail interna di un dipendente Balocco dove si afferma: ‘Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante'”.

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A tutto ciò “si aggiunge la questione economica del rincaro del prezzo del pandoro ‘griffato Ferragni’ a danno dei consumatori, con la confezione che passa da 3,68 euro a 9,37 euro, differenza che “non giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che nel maggior prezzo del Pandoro griffato fosse incluso un contributo alla citata donazione” – scrive l’Antitrust”, prosegue il Codacons. “Riteniamo gravissimo sfruttare un tema delicato come i bambini malati di cancro e la beneficenza per attività commerciali tese unicamente a determinare guadagni per società private – spiega il Codacons -. E’ già la seconda volta che le iniziative di solidarietà dei Ferragnez sono coinvolte da provvedimenti dell’Antitrust: nel 2020 la piattaforma Gofundme usata da Fedez e Ferragni per la raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele fu multata con 1,5 milioni di euro per i costi occulti a carico dei donatori”.

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