Case green, il futuro del riscaldamento è ibrido. Ecco le caldaie incentivate con lo stop al gas

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Impianti ibridi per il riscaldamento del futuro. Almeno di qui al 2040 quando non si potrà più utilizzare il gas, come previsto dalla direttiva “Case Green”, chi vorrà cambiare caldaia con il bonus fiscale senza rivoluzionare casa dovrà orientarsi necessariamente su questo tipo di impianti.

Dal gennaio 2025, infatti, sparisce il bonus per le caldaie “tradizionali” e saranno fiscalmente agevolati solo le caldaie a pompa di calore, o, appunto, gli impianti ibridi, che consentono di ridurre al minimo l’uso del gas,utilizzando in abbinamento o in sostituzione la pompa di calore. Vediamo come funzionano e quali agevolazioni fiscali si posso avere già oggi.

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Impianti e prestazioni

L’impianto ibrido è costituito da una caldaia a condensazione e da una dalla pompa di calore predisposte per funzionare abbinate grazie ad una centralina di controllo. A seconda della temperatura esterna e di quella di comfort impostata in casa, la centralina sarà in grado di far scaldare l’acqua per i radiatori utilizzando anche solo la pompa di calore, ovvero di passare da un sistema all’altro o di farli lavorare insieme massimizzando la resa di entrambi.

Si tratta di un sistema particolarmente efficiente ed ecologico perché la pompa di calore per funzionare utilizza anche il calore dell’ambiente. La sua efficienza è indicata dal “COP” (Coefficient of Performance) il coefficiente di prestazione dato dal rapporto tra energia resa (calore ceduto all’ambiente da riscaldare) ed energia elettrica consumata. Più il COP è alto e più la macchina è efficiente. Il minimo richiesto per le agevolazioni fiscali è quelli di un COP uguale a 4: la pompa produce quattro unità di energia termica per ogni unità di energia elettrica prelevata dalla rete, in quanto le altre tre unità vengono dal prelievo di calore dall’ambiente esterno. Un sistema ibrido, secondo i calcoli, consente di tagliare la bolletta energetica di almeno il 30%, arrivando anche fino al 50%.

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Costi e risparmi

Il vantaggio dell’impianto ibrido è quello di poter essere installato in qualunque abitazione senza particolari complicazioni in quanto le dimensioni della pompa di calore sono quelle standard delle unità esterne dei climatizzatori, e lo stesso vale per la caldaia a condensazione abbinata. Si utilizzano poi i radiatori esistenti, senza necessità di modifiche, ed è possibile aggiungere degli split per utilizzare la pompa di calore anche per la climatizzazione estiva.

Quanto ai costi, un impianto ibrido senza split oggi viene pubblicizzato con un prezzo di base intorno ai 5.000 euro, costo al quale va aggiunta la manodopera per l’installazione. Un prezzo elevato ma comunque molto più basso rispetto a quello della caldaia a pompa di calore, che oltretutto richiede necessariamente uno spazio esterno essendo di dimensioni ragguardevoli. I prezzi stanno ancora scendendo proprio in vista della maggior diffusione dei sistemi ibridi, destinati a non rappresentare più un’eccezione ma la norma per il futuro.

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Ecobonus solo per i sistemi assemblati in fabbrica

Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali, di qui a fine anno si può utilizzare ancora l’ecobonus al 65% effettuando tutta la pratica all’Enea. Sono agevolati, come detto, solo i sistemi assemblati in fabbrica, non gli interventi “fai da te” con l’acquisto separato di caldaia, pompa di calore e sistemi di connessione vari. L’ecobonus, inoltre, è riconosciuto solo se si sostituisce un impianto preesistente con il sistema ibrido, non in caso di prima installazione.

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Rimborso immediato con il Conto Termico

Rispettando le stesse condizioni, in alternativa alla detrazione si può fare richiesta di un contributo immediato tramite il Conto Termico gestito dal Gse. Il contributo, che può arrivare fino al 65% della spesa sostenuta, viene erogato in un’unica soluzione se la somma è inferiore o pari ai 5.000 euro, oppure in rate annuali, a fronte della documentazione che attesta installazione e messa in funzione dell’impianto. Domande on line e burocrazia ridotta al minimo se si sceglie uno degli impianti presenti nel catalogo sullo stesso sito del Gse, che sono già certificati per essere ammessi al bonus. Esaminando il catalogo, peraltro, ci si può fare immediatamente un’idea dei costi da mettere in conto.

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