Social media, in Italia sono oltre un milione i giovani a rischio dipendenza: uno su quattro ha tra i 18 e i 23 anni

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Al pari di fumo, alcol e zuccheri, c’è la dipendenza da social media. A rischio elevato sono oltre un milione di under 35, soprattutto i giovanissimi tra i 18 e i 23 anni: almeno uno su quattro. Esposti all’eccessivo e incontrollabile bisogno di controllare like, scrollare video su Tiktok, rimanere aggiornati sulle stories dei propri amici. La ricerca di Demoskopika rileva alcuni comportamenti preoccupanti: dal bisogno di usare i social media sempre più di frequente, all’incapacità di disintossicarsi. Ma anche comportamenti ansiosi dovuta alla lontananza dai social e la riduzione delle ore dedicate allo studio e al lavoro per il loro eccessivo impiego.

Più esposte le fasce d’età più giovani

Sono i giovanissimi a riportare un alto rischio di livello patologico di dipendenza: oltre 430 mila ragazzi dai 18 ai 23 anni. Seguono 390 mila individui di età compresa tra 24 e 29 anni e, infine, quelli tra i 30 e i 35 anni che supererebbero di poco i 308 mila soggetti maggiormente esposti.

La maggior parte dei giovani intervistati ha dichiarato di usare tutti i giorni i social (85,7%) o un personal computer (79,8%) e di preferire perfino i social media (l’85,7%) agli amici.

Sul podio dei social c’è Instagram

Per circa 7 giovani su 10, durante la giornata prevale l’ascolto di musica (68,9%) o la visione di film e serie tv attraverso le piattaforme digitali (67,4%). Solo poco più di 3 giovani su dieci “vedono” quotidianamente gli amici in videochiamate (36,7%) e ancora di meno è la percentuale di intervistati che dichiara di passare il tempo libero con parenti e familiari (17,3%).

Al primo posto dei social più utilizzati c’è Instagram, frequentato da più di 8 giovani su 10 (83,1%), seguito da Facebook che si situa al secondo posto con il 72,5%. Seguono in una posizione intermedia Youtube con il 50,7%, e Tiktok con il 37,6%. Meno rilevante la frequenza di utilizzo degli altri social network tra i quali si possono citare, ad esempio, X (10,7%), Linkedin (9,7%), Pinterest (6,3%) e Snapchat (5,2%).

Le regioni più a rischio

La maggiore incidenza si ha, in ordine, in Sicilia, Campania e Umbria. In Sicilia ci sono 106,8 mila giovani esposti, seguita da Campania e Umbria rispettivamente con 131,4 mila giovani e 16,5 mila under 35 anni.

Ma sono a rischio anche Lazio, Toscana, Abruzzo, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Marche, Puglia, Basilicata, Molise e Piemonte.

Per quanto riguarda il fenomeno dell’odio in rete, prevale la condanna (81,6%), ma i giustificazionisti si fanno sentire (40,6%). L’83,7 degli interpellati ritiene infatti che l’incitamento all’odio in rete comporti “conseguenze sulla vita reale degli offesi”, ma per un 27,2% “sono solo parole” e risulta un “modo accettabile per ridurre la rabbia”.

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