Elisabetta Gualmini: “Vorrei restare in Europa: è un mandato decisivo. Anche se mi preoccupa il futuro della Regione”

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«Il prossimo mandato del Parlamento europeo sarà fondamentale, io voglio esserci, desidero ricandidarmi. La mia priorità in questo momento sono le elezioni europee, ma sulle regionali ho una preoccupazione: l’Emilia-Romagna oggi risulta molto più contendibile rispetto al 2020. Mi aspetto quindi che venga fatto un ragionamento ampio, senza escludere primarie». L’europarlamentare Elisabetta Gualmini punta al bis a Bruxelles ma non chiude all’ipotesi di candidarsi in Regione, nella complessa partita che si apre in questa fase.

Elisabetta Gualmini, perché per lei il secondo mandato in Europa è importante oggi?

«Negli ultimi due anni è cambiato il mondo, a livello europeo siamo in una fase molto diversa. Il prossimo mandato europeo sarà quello di una costruzione dell’Unione della difesa, una legislatura costituente. Per questo ho deciso di ricandidarmi: in questa fase delicata è importante che ci siano persone di esperienza».

Quale deve essere secondo lei il ruolo dell’Europa?

«La politica estera europea deve essere mirata a esportare la pace, ma questo risultato si può ottenere solo con un’Unione forte e autorevole».

Lei crede che l’eventuale candidatura di Elly Schlein sarà uno svantaggio per le altre donne in lista, come sostenuto da diverse esponenti del Pd?

«Io credo che la segretaria nazionale del partito debba decidere di fare quello che ritiene, tra l’altro in un’elezione con le preferenze bisogna misurarsi sul campo. Se c’è da parte di qualcuno la paura di misurarsi, conviene astenersi. È chiaro che molte candidature femminili tendono a elidersi l’una con l’altra, ma qui parliamo di preferenze e radicamento sul territorio, è una battaglia difficile ma le battaglie si affrontano».

Cosa pensa della scelta cui si trova davanti il presidente della Regione, Stefano Bonaccini?

«Bonaccini è un grandissimo presidente di Regione, deciderà lui il da farsi. Se sceglierà di candidarsi alle europee, secondo me saremo una squadra molto forte, se deciderà di chiudere il mandato in Regione, sarà un bene comunque, perché porterà a termine un lavoro prezioso. Spetta a lui prendere questa decisione, ad oggi non conosco l’esito delle sue riflessioni».

Il Pd alle europee sconterà le difficoltà nella costruzione del “campo largo”?

«Penso che il Pd andrà bene, tradizionalmente i nostri elettori vanno alle urne per le europee perché capiscono l’importanza della questione. Benché queste elezioni si giochino sempre con un occhio rivolto alla politica domestica, stavolta è evidente la centralità dell’Europa, dopo una serie di problemi enormi che sono stati affrontati: pandemia, crisi energetica, due guerre. In un’elezione proporzionale, il Pd andrà bene. Le alleanze qui non entrano ma nei Comuni dove le stiamo facendo io vedo candidati molto all’altezza»

Secondo lei ci sono risultati tangibili raggiunti in Europa?

«Io sono stata la prima italiana eletta come presidente del forum della ceramica europea, ho lavorato per la difesa dei settori produttivi del Nord Est con realismo e pragmatismo, cercando di dimostrare che i distretti non devono solo sopravvivere ma devono poter competere. Da vicepresidente del gruppo dei socialisti e democratici, ho chiuso la legislatura con l’importante risultato sull’approvazione di un testo legislativo obbligatorio e vincolante sulla protezione di 30 milioni di lavoratori delle piattaforme digitali, tra cui i rider. Per la prima volta al mondo abbiamo normato gli algoritmi».

A lungo si è parlato di lei come possibile candidata alla presidenza della Regione…

«Ancora non sappiamo quando ci saranno le elezioni, la mia priorità sono le europee. Ho una preoccupazione rispetto al fatto che la Regione è decisamente più contendibile rispetto al 2020, mi aspetto che venga fatto un ragionamento ampio e partecipato sulle possibili candidature. Se ci sarà bisogno di primarie, non vedo perché non si possano fare».

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