Bonomi a Landini, ricatto scioperi non è la strada

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“Gli italiani tutto chiedono tranne che andare in piazza. Non è questa la strada giusta”. E’ la prospettiva di uno sciopero generale a dicembre a dividere, ancora, industriali e sindacati. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dal Forum della Piccola Industria a Alba, commenta così le parole del leader della Cigl, Maurizio Landini, in una intervista a La Stampa che titola: “Sciopero se non si ascoltano i lavoratori. Draghi rinvia e non risolve i problemi”.

Poi dal palco dice: “Si ritiene ancora che il ricatto dello sciopero sia un mezzo per ottenere quello che uno chiede, un mezzo che porta a rifiutare ogni confronto con il resto del mondo del lavoro, e poi ci si lamenta. In questa Italia le soluzioni si trovano insieme, non scioperando”. Su nodi come il mercato del lavoro, giovani, le donne, “bisogna mettere al centro le persone non evocare lo spettro di una lotta di classe servi-padroni”. A segnare le distanze tra sindacati e industriali è anche il tema degli 8 miliardi previsti per ridurre le tasse: vanno usati, dice Landini, “tutti per aumentare il netto in busta paga per lavoratori dipendenti e pensionati”; “Altro che taglio dell’Irap”. Bonomi ribatte: “Molto probabilmente” il leader della Cgil “non ha ascoltato quello che Confindustria sta dicendo da mesi. Più che dichiararlo noi che vogliamo mettere più soldi nelle tasche degli Italiani… Mi sembra veramente che si voglia cercare la polemica, e francamente non ci interessa”.

L’Irap? “Bisogna eliminare un’imposta odiosa”, è la posizione degli industriali ribadita da Carlo Robiglio. E sulla manovra, Bonomi dice: “Per tutti i provvedimenti che coinvolgono imprese e mondo del lavoro, le imprese non vengono ascoltate. Bisognerebbe avere l’umiltà di ascoltare, magari da parte di qualcuno che ha mai lavorato un giorno in vita sua”: l’esempio è quello dei “quattro miliardi stanziati per i centri per l’impiego”.

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