Si confermano deboli le principali borse europee al traguardo di metà seduta, con i future Usa in rosso. Sui listini pesano i timori sull’economia cinese, con il settore immobiliare in difficoltà nel giorno in cui il colosso cinese Evergrande ha presentato istanza di fallimento. La preoccupazione principale degli investitori però riguarda i tassi, a pochi giorni dall’avvio del summit della Fed che si terrà a Jackson Hole tra il 24 e il 26 agosto. In linea con le stime l’inflazione in Giappone e nell’Eurozona, mentre le vendite al dettaglio sono rallentate oltre le attese nel Regno Unito.
Francoforte, Parigi e Londra cedono l’1%, Milano lo 0,8% e Madrid lo 0,54%. Sui mantiene intorno ai 169,5 punti il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano in calo di 11,6 punti al 4,29% e quello tedesco di 10,8 punti al 2,59%. Deboli il greggio (Wti -0,4% a 80,07 dollari al barile), il gas naturale (-1,15% 36,4 euro al MWh) e l’oro (-0,2% a 1.894 dollari l’oncia). In rialzo il dollaro a 0,92 euro e 0,78 sterline, mentre il rublo si rafforza a 93,8 sul dollaro e 101,9 sull’euro.
Le difficoltà dell’economia cinese frenano i titoli del lusso, da Richemont (-2,13%) a Puma (-2%), Lvmh (-1,7%), Kering (-1,53%) e Moncler (-1,15%). In difficoltà anche gli automobiistici Volvo (-2,2%), controllata dalla cinese Geely (-2,57% ad Hong Kong), Stellantis (-1,5%), Renault (-1,4%), Mercedes e Porsche (-1,3% entrambe) e Ferrari (-1,1%). Deboli i bancari Mps (-4%), Fineco (-1,54%), Hsbc (-1,6%), Bnp (-1,5%), Unicredit (-1,3%), Intesa (-1,2%), Bper (-1,04%) e Banco Bpm (-1%). Deboli i petroliferi Bp (-1,3%), Shell (-1%), TotalEnergies (-0,67%) ed Eni (-0,9%).
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