Si confermano deboli le principali borse europee dopo l’avvio negativo degli scambi Usa. Pesano infatti sui mercati la deflazione in Cina e le attese per le mosse autunnali delle banche centrali sui tassi, alla luce anche del buon andamento registrato dall’economia nel Regno Unito nel secondo trimestre. La peggiore è Parigi (-1,15%), preceduta di poco da Londra (-1,1%), Francoforte e Milano (-0,9% entrambe) e Madrid (-0,66%). Salgono i rendimenti dei titoli di Stato. In particolare nel Regno Unito (+13,7 punti al 4,49%) e in Italia (Btp +10 punti al 4,23%), con il differenziale sui bund tedeschi (+8,1 punti al 2,6%) stabile a 163 punti. Invariato il dollaro a 0,91 euro e 144,7 yen, mentre si rafforza la sterlina a quasi 1,27 biglietti verdi e a oltre 1,15 euro.
In rosso i titoli petroliferi con TotalEnergies (-1,66%), Bp (-1,41%) e Shell (-1,2%), nonostante il rialzo del greggio (+0,58% a 83,29 dollari al barile), con il gas in calo speculare (-0,76% a 36,78 euro al MWh). Pesano anche i produttori di semiconduttori ams-Osram (-2,75%), Infineon (-2%) ed Stm (-1,75%). Frenano le banche, dopo il recupero delle ultime due sedute a seguito del tonfo di martedì scorso per la tassa sugli extraprofitti. A parte Bper (+1,43%) ed Mps (+0,67%) cedono infatti Unicredit (-0,69%), Intesa (-0,49%) e Banco Bpm (-0,12%).
Deboli nel resto d’Europa Santander (-1,7%), Bnp (-1,67%), Barclays 8-0,99%) e Credit Agricole (-0,67%). In controtendenza Commerzbank (+2,09%). In calo gli automobilistici Stellantis (-2,87%), Bmw (-1,8%), Mercedes (-1,5%) e Ferrari (-1,11%). Si sgonfia ulteriormente Tim (+0,2%) sopo il protocollo d’intesa tra Kkr e il Mef per l’ingresso di quest’ultimo in Netco, la società della rete fissa per rilevare la quale il fondo Usa ha offerto 23 miliardi di euro. Giù Unipol (-1,67%) dopo la semestrale.
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