Donnarumma (Terna), servono decine di miliardi per accumulo

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(ANSA) – ROMA, 17 SET – La transizione energetica dalle fonti fossili alle rinnovabili richiede “investimenti dell’ordine di decine di miliardi per gli impianti di accumulo”, in grado di compensare le variazioni di produzione di solare ed eolico. Ma questi impianti devono essere affidati al gestore della rete, e non ai produttori di energia. Lo ha detto oggi il ceo di Terna, Stefano Antonio Donnarumma, intervenendo a Genova al congresso dell’Associazione dirigenti amministrativi e finanziari (Andaf).
    Gli accumuli secondo il manager possono essere “il pompaggio di acqua nei bacini idroelettrici, le batterie o, quando la tecnologia sarà matura, l’idrogeno. Il Pniec (Piano nazionale per l’energia, n.d.r.) prevede ora 6 gigawatt di accumuli per 40 GW di rinnovabili. Ma per raggiungere gli obiettivi europei si arriverà a 60 GW di rinnovabili, e quindi a 10 di accumuli”.
    Secondo Donnarumma “nei programmi di investimento di Terna l’accumulo non c’è, perché non è previsto dalla legge fra le competenze del gestore nazionale della rete. Questo perché è ancora visto come un impianto di produzione di energia, mentre in realtà è più vicino a un impianto di regolazione”. Per il ceo di Terna “l’accumulo dovrebbe fare parte della rete. Basterebbe normarlo perché non distorcesse il mercato. Invece di incentivare impianti di accumulo delle società energetiche, che oggi non stanno sul mercato, basterebbe farli entrare nella rete, e pagarli con le bollette. Ma è un cambiamento che avverrà, con il fallimento di mercato che sono certo arriverà”.
    Secondo Donnarumma “con lo sviluppo delle rinnovabili, anche le attuali centrali a gas diveranno impianti di regolazione del sistema”, per compensare le variazioni delle fonti pulite, “e non più di produzione”. “E quando l’auto elettrica sarà davvero diffusa – ha concluso il manager -, anche le batterie delle auto potranno caricarsi di energia nei momenti di picco della produzione, e restituirla alla rete nei momenti di scarsità”.
    (ANSA).
   

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