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Fed falco, raddoppia velocità tapering, 3 rialzi nel 2022

La Fed si fa falco. Dopo quasi due anni da colomba, la banca centrale americana annuncia un radicale cambio di rotta di fronte a un’inflazione che galoppa.
    Pur mantenendo i tassi di interesse invariati, la Fed raddoppia la velocità del processo di riduzione degli acquisti di asset portandola a 30 miliardi di dollari al mese dai 15 miliardi di novembre e dicembre. A tale passo il tapering si chiuderà in marzo, concedendo così alla banca centrale una maggiore flessibilità sui tassi di interesse, per i quali – emerge dalla dot-plot – si prevedono tre rialzi nel 2022, altri tre nel 2023 e due nel 2024.
    “Non alzeremo i tassi fino a quando il tapering non sarà chiuso”, spiega Jerome Powell illustrando le decisioni della banca centrale al termine della due giorni di riunione. “La ripresa economica procede rapida ma la variante Omicron pone dei rischi all’outlook. C’è molta incertezza, non sono chiari gli effetti che potrebbe avere sull’inflazione, sulla crescita o sull’occupazione”, aggiunge il presidente della Fed prevedendo di centrare l’obiettivo della massima occupazione nel 2022. Non è comunque da escludere la possibilità di una stretta prima del raggiungimento della massima occupazione, mette in evidenza Powell.
    La banca centrale stima per il pil americano una crescita del 5,5% quest’anno con un tasso di disoccupazione al 4,3% e un’inflazione al 5,3%. “I prezzi caleranno il prossimo anno”, osserva Powell riferendosi all’inflazione ai massimi da decenni al 6,8%. Una volata non più transitoria e che inizia a mordere i portafogli degli americani, come mostrato dalla crescita sotto le attese delle vendite al dettaglio salite in novembre di un modesto 0,3%.
    L’accelerazione del tapering è stata decisa dalla Fed all’unanimità e “alla luce degli sviluppi dell’inflazione e dei miglioramenti sul mercato del lavoro”, spiega la banca centrale americana che, come previsto, ha rimosso dal comunicato finale il termine “transitoria” per descrivere l’andamento dei prezzi.
    Agli inizi di settembre è “divenuto chiaro che l’inflazione era più persistente delle attese. E nei dati sul mercato del lavoro e sui prezzi al consumo di ottobre abbiamo visto la necessità di un tapering più veloce”, osserva Powell definendo “molto forti” la domanda e i redditi degli americani. “Ci aspettiamo una solida spesa dei consumatori nel quarto trimestre”, dice ancora il presidente della Fed rimandando alle prossime riunioni il dibattito sulla tempistica dei rialzi dei tassi di interesse.
    Pur mostrandosi ottimista sulla ripresa e stimando che l’economia sia in grado di reggere l’urto di Omicron, Powell – fresco della nomina a un secondo mandato decisa da Joe Biden – mette comunque in guardia dal fatto che l’economia post-pandemia sarà diversa da quella del 2020. E la Fed deve essere pronta al nuovo contesto. Per ora comunque l’attuale livello dei tassi di interesse fra lo zero e lo 0,25% resta appropriato. Wall Street da giorni preoccupata e cauta in attesa della riunione accoglie positivamente le decisioni della Fed: dopo una seduta contrassegnata dal segno meno inverte rotta e accelera nel finale chiudendo con il Dow Jones e lo S&P 500 in rialzo di oltre l’1%, e il Nasdaq che avanza di più del 2%.
    L’attenzione si sposta ora sull’altra sponda dell’Atlantico e su Christine Lagarde, da settimane più colomba del collega Powell. Le attese per la riunione di domani della Bce prevedono la conferma dell’intenzione di mettere fine al programma per l’emergenza pandemica (Pepp) a marzo 2022, e incrementare gli acquisti mensili del programma App rispetto agli attuali 20 miliardi per attutire le ripercussioni. Le nuove stime di Francoforte, secondo indiscrezioni, dovrebbero inoltre mostrare un tasso d’inflazione in deciso rallentamento sotto l’obiettivo del 2% nel 2023 e 2024, fornendo argomenti alla presidente della Bce contro un rialzo dei tassi d’interesse ravvicinato. 



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