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In cdm anche spending review ministeri e relazione evasione

All’esame del consiglio dei ministri di oggi e’ previsto anche un decreto sulla spending review dei ministeri.

Lo si apprende da fonti di governo. All’ordine del giorno, tra le altre cose, insieme alla Nadef e alla richiesta di autorizzazione sull’aggiustamento di bilancio, anche la relazione sull’evasione. 

Almeno 21 miliardi di risorse in deficit, oltre 15 miliardi per tutelare le famiglie e le imprese dall’emergenza energia, ma anche revisione del Superbonus e del Reddito di cittadinanza. La manovra economica per il 2023 comincia a prendere forma. Con il tema delle bollette che resta in cima alle priorità. Nonostante il calo delle tariffe del gas deciso dall’Autorità per l’energia, la crisi energetica infatti non è superata, il 2023 sarà ancora un anno difficile: il governo lo sa e per questo ha deciso di impostare il lavoro per il prossimo decreto di aiuti e poi per la manovra all’insegna di una “grande prudenza”. Prudenza che si riflette anche nelle nuove stime della Nota di aggiornamento al Def, che arriva sul tavolo del consiglio dei ministri insieme alla Relazione del Governo al Parlamento sull’aggiustamento di bilancio.

In queste ore nel governo si studia anche un provvedimento sulle trivelle e non è escluso che possa essere presentato già oggi. Nella Nadef, che l’esecutivo ha aggiornato con il quadro programmatico (il governo Draghi aveva fornito solo il tendenziale, senza gli effetti delle politiche economiche), il Pil 2023 verrebbe confermato al +0,6% (lo stesso dato indicato dal precedente governo). Una stima dunque cauta, nonostante la crescita superiore alle attese (+0,5%) del terzo trimestre di quest’anno. Un dato che invece per il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco potrebbe condurre a una revisione in meglio sulle stime per il 2023, grazie ad un effetto-trascinamento (la Banca d’Italia nello scenario base prevede un -0,5%). Per quanto riguarda invece l’indebitamento netto l’asticella verrebbe portata al 4,5% del Pil: considerato che la stima tendenziale è al 3,4% (ma non è escluso che anche questo dato possa essere rivisto), si aprirebbe uno spazio per il prossimo anno di oltre 21 miliardi. Risorse in deficit che saranno la base di partenza della manovra, vero banco di prova del governo, che ha davanti meno di due mesi per approvarla, pena l’esercizio provvisorio. “Stiamo correndo contro il tempo con la legge di bilancio”, ammette nella sua prima uscita internazionale a Bruxelles la presidente del consiglio Giorgia Meloni. Che non smette di ripetere la centralità dell’emergenza bollette. Dalla crisi infatti non si uscirà prima del 2024: il governo si aspetta che il 2022 e il 2023 siano gli anni più complicati sul piano dell’emergenza energetica e per questo l’approccio del ministro dell’economia è improntato ad una grande prudenza. Proprio all’energia sarà destinata in manovra una somma non inferiore ai 15 miliardi. Per cercare di raggranellare nuove risorse, intanto, si lavora ad una revisione del Superbonus 110% e del Reddito di cittadinanza. Altre risorse potranno arrivare anche dai fondi di coesione non spesi: si dovrebbe trattare di 4-5 miliardi, ancora oggetto di trattativa in Europa, che potranno essere usati per il caro energia. Dalla Nota al Def è attesa anche un’indicazione più chiara sul ‘tesoretto’ di minor deficit che consentirà in parte di finanziare il prossimo pacchetto di aiuti per tutelare famiglie e imprese fino alla fine dell’anno, provvedimento atteso in consiglio dei ministri la prossima settimana. E’ probabile che lo spazio di 9,4 miliardi lasciato dal precedente governo si ampli con una dote aggiuntiva di 5-9 miliardi (il deficit tendenziale per il 2022 è al momento fissato al 5,1%, ma potrebbe scendere al 4,6-4,8%, a fronte del 5,6% autorizzato col Def). Alla luce di questa dote, il governo chiederà l’autorizzazione all’utilizzo delle risorse alle Camere, che voteranno la prossima settimana (il Senato potrebbe esprimersi il 10). Al decreto aiuti dovrebbero andare 7-10 miliardi, necessari per prorogare fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore e lo sconto benzina (in scadenza il 18 novembre): altre misure sono allo studio, dal rafforzamento del bonus sociale allo uno scudo per chi non riesce a pagare le bollette. Si sbloccano intanto, con un emendamento al dl aiuti ter, i mutui per i giovani under 36, anche se solo per il mese di dicembre.



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