La First Citizens rileva gran parte della Silicon Valley Bank

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First Citizens Bank rileverà gran parte di Silicon Valley Bank, fallita a inizio marzo: le sue 17 ex filiali apriranno oggi nella nuova veste di First Citizens, ha riferito la Federal Deposit Insurance Corporation. La transazione include l’acquisto di circa 72 miliardi di dollari di asset di SVB, scontati di 16,5 miliardi di dollari, ha affermato il regolatore Usa, aggiungendo che al 10 marzo SVB aveva 167 miliardi di dollari di asset e 119 miliardi di dollari di depositi. First Citizens, con sede a Raleigh (Carolina del Nord), si definisce la più grande banca Usa a controllo familiare.

La mossa della Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) punta a placare le tensioni sui mercati degli Stati Uniti, alimentate dal più grande tracollo bancario Usa dai tempi di Lehman Brothers. Nel complesso, secondo l’annuncio, circa 90 miliardi di dollari in titoli e altre attività rimarranno “in amministrazione controllata per disposizione da parte della Fdic”.

Inoltre, l’autorità americana “ha ricevuto diritti di rivalutazione delle azioni di First Citizens BancShares (Raleigh, Carolina del Nord), azioni ordinarie con un valore potenziale fino a 500 milioni di dollari”. Il regolatore ha anche trasferito tutti i depositi e le attività di SVB in una nuova ‘banca ponte’ all’inizio del mese nel tentativo di
proteggere i depositi della banca fallita. “Le 17 ex filiali di Silicon Valley Bridge Bank, National Association, apriranno come First-Citizens Bank & Trust Company” già oggi lunedì 27 marzo, mentre “i clienti di Silicon Valley Bridge Bank, National Association, dovrebbero continuare a utilizzare le loro attuali filiali fino a quando non riceveranno avviso da First-Citizens Bank & Trust Company che le conversioni dei sistemi sono state completate per consentire il servizio bancario completo in tutte le sue altre filiali”.

Silicon Valley Bank, sedicesima banca Usa per asset con unruolo primario nei finanziamenti delle stat-up del Paese dagli anni ’80, è crollata dopo l’improvvisa corsa ai depositi, spingendo le autorità di regolamentazione Usa ad intervenire. Insieme alla Fdic, il Tesoro americano e la Federal Reserve avevano da subito definito i piani per assicurare che i correntisti dell’istituto potessero avere il pieno accesso ai loro depositi, mentre la Fed ha introdotto anche un nuovo strumento di prestito per le banche nel tentativo di evitare il ripetersi di simili collassi.

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