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Leonardo: Fiom, ex Galileo lavora per l’80% con Oto Melara

(ANSA) – FIRENZE, 06 DIC – “Da anni il gruppo non ci dice qual è la destinazione industriale della fabbrica di Campi Bisenzio”, e ora con l’annunciata dismissione dell ex Oto Melara “l’elemento di preoccupazione è ancora maggiore”. Lo ha detto Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze, Prato e Pistoia, a proposito della situazione del sito produttivo fiorentino di Leonardo, che oggi ha visto un presidio di protesta nell’ambito dello sciopero nazionale di gruppo.
    Infatti secondo Valerio Chini, delegato Fiom-Cgil, “l’80% dei prodotti che realizziamo” a Campi Bisenzio “li sviluppiamo per Oto Melara”, per cui “se venisse dismessa e ceduta al consorzio franco-tedesco Knds sarebbe un problema, presto o tardi, perché Knds ha già propri fornitori per questi prodotti”. A Campi Bisenzio lavorano attualmente 880 dipendenti: la fabbrica produce sistemi ‘smart’, sensori, dispositivi di puntamento, e tecnologie per la comunicazione. “Lo stabilimento è in grado di fare tutto – spiega Calosi – ma non ha un suo core business specifico e per questo rischia di più”. Nelle iniziative di oggi un gruppo di lavoratori dello stabilimento, erede delle storiche Officine Galileo fondate nella seconda metà dell’800, ha manifestato davanti ai cancelli, mentre il grosso dei colleghi è andato a Roma per la manifestazione nazionale. I sindacati locali puntano da lungo tempo il dito sulla scarsa chiarezza relativa alle prospettive del sito fiorentino, attivo soprattutto nella radaristica e nei sistemi di puntamento: le ex Officine Galileo dai circa 1.200 dipendenti del 2015 sono passato agli 880 attuali e oggi c’è ancora più in allarme per l’annunciata dismissione di Oto Melara, oltre che della Wass da parte del gruppo, aziende del comparto difesa di Leonardo strategiche rispetto ai programmi di sicurezza nazionale.
    (ANSA).
   



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