L’inflazione negli Usa frena le Borse, Milano scivola a -2,2%

Pubblicità
Pubblicità

Mattinata in salita per le Borse in Europa, che si sono svegliate sotto una pioggia di ordini in vendita. A Piazza Affari a Milano questa dinamica trascina l’indice Ftse Mib sempre più in basso a 23.911 punti (-2,2%). Tra i titoli peggiori Banca Generali (-4,1%), Stellantis (-3,45%) ma i cali che pesano di più per controvalore sono quelli di Intesa Sanpaolo (-2,9%), Unicredit (-2,5%), Eni (-3,04%) ed Enel (-1,5%). 

Londra cede in avvio l’1,10%, Parigi lo 0,93%, Madrid lo 0,92% e Francoforte l’1,2%. È l’onda lunga della flessione a Wall Street con gli investitori in fuga sui timori che l’inflazione possa portare a una politica monetaria più restrittiva e contenere i profitti aziendali. A questo proposito BT cede il 5%, con risultati sotto le stime e Burberry il 9% anch’essa deludente. 

Ha chiuso con il segno negativo la seduta della Borsa di Hong Kong, anche in questo caso scontando l’impennata dell’inflazione Usa alla base dei timori su un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve prima di quanto immaginato: l’indice Hang Seng cede l’1,81%, scivolando a 27.718,67 punti. In calo, ma con perdite più contenute, anche i listini di Shanghai e Shenzhen, i cui indici Composite hanno terminato gli scambi, rispettivamente a 3.429,53 punti (-0,96%) e a quota 2.253,30 (-0,81%).

Non si arresta la fase di correzione della Borsa di Tokyo, con l’indice di riferimento ai minimi da inizio anno. Il Nikkei ha ceduto il 2,49% a quota 27.448,01, lasciando sul terreno quasi 700 punti. Sul mercato dei cambi lo yen torna a svalutarsi sul dollaro a 109,60, e sull’euro a 132,50.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source