Diploma degli istituti tecnici in quattro anni (anziché cinque), bocciata la riforma del ministro Valditara

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Frettolosa, confusionaria e slegata dai percorsi liceali. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione, il maggiore organo collegiale e consultivo della scuola italiana, boccia su tutta la linea la sperimentazione che anticipa la riforma dell’istruzione tecnica e professionale lanciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Lo scorso 7 dicembre il Cspi ha dato parere negativo allo schema di decreto ministeriale che vorrebbe lanciare la sperimentazione già dal prossimo anno scolastico: il 2024/2025. Il dubbio più grosso dei componenti del Consiglio riguarda i percorsi quadriennali che nella riforma dovrebbero sostituire gradualmente gli attuali percorsi quinquennali. Anche perché, sottolineano gli esperti, le precedenti sperimentazioni nazionali che già dal 2017 hanno accordato la possibilità di accorciare di un anno il percorso liceale, tecnico e professionale della scuola superiore non sono state accolte con favore dalle scuole stesse.

Sperimentazione deludente

In altre parole, se qualcuno pensava che limare di un anno i percorsi superiori venisse accolto a braccia aperte dalle scuole italiane si sbagliava di grosso. L’adesione degli istituti alle sperimentazioni nazionali lanciate nel 2017, 2018 e 2021 è stata deludente. Su mille potenziali nuove classi quadriennali immaginate nel 2021, ne sono state autorizzate complessivamente e per tutti gli indirizzi 243. Meno di un quarto. E per le sperimentazioni precedenti, rispetto alle 192 classi autorizzate solo in 98 hanno chiesto il rinnovo dell’esperienza.

Non esattamente un successo. Il fatto è che i percorsi quadriennali rappresentano il punto focale anche della legge di riforma in discussione in parlamento. E la bocciatura del Cspi rappresenta una bocciatura di non poco conto anche della riforma Valditara. C’è poi il nodo dell’anticipo dei Pcto (i Precorsi per le competenze trasversali e l’orientamento che sotto Bussetti hanno sostituito l’Alternanza scuola lavoro) sin dal secondo anno. Esperienze lavorative giudicate precoci che, in assenza “di una consapevolezza dei propri interessi e attitudini” potrebbero risultare “insignificanti e perfino pericolose”.

Tutte le critiche al provvedimento

Scorrendo il documento di quattro pagine, anche se non scritto chiaramente, si stigmatizzano fretta e confusione di una riforma che rivoluzionerà la scuola attualmente frequentata da un milione e 200 mila studenti. La sperimentazione e la riforma mettono sullo stesso piano i percorsi di istruzione superiore tecnici e professionali statali con i percorsi professionali quadriennali regionali.

Una “licenza” bocciata senza se e senza ma. “Ai fini della complessiva efficacia formativa – spiegano da viale Trastevere – i percorsi realizzati nell’ambito della formazione professionale quadriennale, al momento, non sono equiparabili alla proposta formativa dell’istruzione tecnica e professionale”. Ma c’è di più.

Gli istituti coinvolti dalla riforma

La riforma coinvolge infatti gli ITS Academy (gli Istituti tecnici superiori post diploma, appena riformati), gli istituti statali professionali oggetto nel 2017 di una riforma ancora da completare e i tecnici coinvolti nella sperimentazione quadriennale nel 2021. Una sovrapposizione di interventi normativi che rischia di gettare nella confusione anche i presidi e i docenti più esperti. In più, la sperimentazione e la riforma Valditara avranno una inevitabile ripercussione su tutta l’istruzione superiore, licei compresi.

Sarebbe necessaria quindi “una riflessione più ampia con un consapevole coinvolgimento del mondo della scuola” in tempi rilassati. E non mancano le “preoccupazioni” per il taglio di un anno del percorso che potrebbe portare a “una compressione dei contenuti e nei fatti potrebbe impoverire l’offerta formativa”. Con diplomati sempre meno preparati. Infine, i tempi: “appare impensabile avviare un piano sperimentale già dall’anno scolastico 2024/25”. Le famiglie, a pochissimi giorni dall’apertura delle iscrizioni, sono infatti all’oscuro del piano Valditara che rivoluzionerà i percorsi tecnici e professionali.

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