Piano B, la storia di Michele: “Si può cambiare vita a qualunque età. Io ho fatto qualcosa che nemmeno sognavo”

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Il cielo è una coperta ghiacciata. C’è un profumo freddo, che preannuncia un’altra notte gelida. La neve appena caduta scricchiola a ogni passo. Sullo sfondo il panorama al tramonto toglie il fiato: l’ultimo spicchio di sole sporca di rosa le cime bianche. “Ho scoperto finalmente qual è la mia vera strada”, dice Michele, col fiatone, senza smettere di camminare. “Ora sono un uomo completamente diverso. E sono felice”. La sua storia sembra scritta per diventare la sceneggiatura di un film.

Siamo in Val d’Ossola, a 1310 metri di altitudine. Ora Michele Bonelli è arrivato davanti a una baita: da un anno è diventata la sua casa. Al primo piano c’è l’appartamento, ma al piano terra, dove un tempo c’era la stalla, si nasconde un insospettabile tesoro: 15mila libri. Michele, 68 anni, ha lasciato Milano e si è trasferito qui, da solo, insieme alla sua collezione di volumi: la sua casa-rifugio è diventata una biblioteca-libreria. E diventerà – annuncia – la libreria indipendente più alta d’Italia: offrirà testi di ogni genere e aprirà al pubblico a gennaio (più in alto c’è solo il punto vendita Feltrinelli di Punta Helbronner, sul Monte Bianco, a 3.466 metri, che offre in tutto 500 volumi, soprattutto specializzati sulla montagna).

La vista dalla baita

La storia da film di Michele si svolge a Milano, e negli anni ’80 va a gonfie vele: “Vivevo in quella che è passata alla storia come la Milano da bere, lavoravo tantissimo e bene. Ho fatto prima il montatore, poi il producer e il regista per le pubblicità. In seguito ho organizzato anche eventi e convention. Ma un giorno, quasi all’improvviso, ho realizzato che non ne potevo più: avevo la nausea di quel mondo, dei clienti, delle loro assurde richieste e delle riunioni infinite e vuote. Poi è arrivata anche la crisi. Insomma, non ero più felice, e ho capito che la mia vita nella pubblicità era finita: dovevo assolutamente trovare un Piano B”.

Così molla tutto e negli anni successivi fa diversi lavori: prima impiegato in un call center, poi il tecnico per i campionamenti dell’acqua, e in seguito anche il manager per una televisione privata locale. Poi si separa da sua moglie e arrivano momenti difficili. Si trova senza casa, e va a vivere in una comunità.

Piano B, la storia di Francesca Stracuzzi: “Ero una persona invisibile. Poi ho trovato la mia strada, ho lasciato il posto fisso ed è cambiato tutto”

Dopo quattro anni decide che non è vita, e torna a bussare alla sua famiglia: viene accolto, ma la convivenza da separati in casa non è sostenibile. In seguito alla causa di separazione ottiene l’appartamento, con il benestare della moglie. Si rimette allora a caccia della sua strada verso il Piano B. Poi, in seguito anche alle costrizioni alla pandemia, arriva l’illuminazione.

Michele davanti alla sua baita-libreria

“Avevo moltissimi libri, sono sempre stato un lettore vorace. E ho pensato di venderli su ebay. Ho iniziato a pubblicare annunci in cui dicevo che avrei ritirato gratuitamente tutti i libri di chi voleva liberarsene. E li rivendevo online. Il commercio è andato così bene che ho aperto un sito in cui oggi c’è tutto il catalogo delle 40mila opere in vendita, nuove e usate: tomidicarta.it. Vendo in tutto il mondo: in Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea, Nuova Zelanda”.

La baita prima della trasformazione in casa-libreria

Quando nasce Tomi di carta tutti i libri che Michele compra e poi rivende sono stipati in un magazzino alla periferia di Milano. Ma Michele non sopporta più la sua città. Troppo caos, pochi rapporti umani. “Ho sempre amato la montagna e lo scialpinismo. Mi sono domandato: perché tenere i miei libri in un posto che non mi piace? Così ho deciso: mi sarei trasferito. Ho parlato con i miei figli, che ormai erano grandi. Ho venduto casa, ho dato ai ragazzi la loro parte e io ho comprato la baita. Ora vendo i libri da qui. Non sono diventato ricco, ma me la cavo bene”.

Oggi vive in alta quota da solo, fatta eccezione per Ross, la gallina domestica (“mi segue come un cagnolino”), altre cinque galline e due gatti. I suoi vicini di casa sono due pastori. Ma l’inverno tornano a valle per portare le capre nelle stalle, e Michele diventa l’unico abitante dell’alpeggio. A cinque minuti di macchina, però, c’è il paese, Trasquera, 182 abitanti e una locanda accogliente, dove Michele passa spesso qualche ora con i residenti del posto.

Piano B, la storia di Gabriella Marangelli: “Sono andata a vivere in un angolo di mondo incantato. Non ci credeva nessuno, ma sono rinata”

“Sembra incredibile – racconta – ma ho delle amicizie più vere qui che a Milano. Ho conosciuto artigiani, pastori, agricoltori, allevatori, persone belle, con cui parlo di tutto. I ritmi sono lenti, la fretta non esiste”. Nella sua città torna comunque una volta a settimana, va a trovare i figli e fa volontariato. “Da anni faccio parte di una associazione, Itaca Onlus, che si occupa di disagio mentale, faccio il facilitatore durante le sedute di gruppo”. Ma la sua casa, adesso, è in montagna. “Perché – sorride – il Piano B può arrivare anche nella parte più matura della nostra vita. E quando, da quassù, guardo il tramonto, sono certo di essere davanti a un nuovo, incredibile, inizio”.

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Le altre puntate

Francesca: “Ero una persona invisibile, poi è cambiato tutto”

Gabriella: “Sono andata a vivere in un angolo incantato”

Vincenzo: “La cosa più preziosa è il tempo”

Stefano: “Sono dovuto passare al Piano C”

Elio: “Ero direttore del marketing, ora lavoro con la ceramica”

Valentina: “Ho lasciato il lavoro da manager: ora faccio la maestra”

Maurizio: “Ora lavoro meno e guadagno più di prima”

Stefania: “Ho cambiato tutto dopo un grande dolore”

Federico: “Passavo tutto il giorno davanti al pc, ora sono felice”

Stefania: “Cambiare vita è possibile. Un mese fa ho mollato tutto”

Due sorelle: “Abbiamo lasciato il tempo indeterminato per vivere un sogno”

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