All’Università di Messina vince la continuità: Spatari, eletta rettrice. Era sostenuta dall’indagato Cuzzocrea

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La professoressa Giovanna Spatari è la nuova rettrice dell’Università di Messina. Classe 1965, ordinaria di medicina del lavoro, Spatari ha battuto il “rivale” Michele Limosani, con 624 voti, contro i 555 voti del direttore del dipartimento di economia, diventando, così, la prima rettrice donna in Sicilia. L’ateneo peloritano, dunque, sceglie la continuità, eleggendo una esponente della stessa governance dell’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, costretto alle dimissioni, lo scorso 9 ottobre, in seguito alla bufera che ha travolto l’università. Uno scandalo che ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Messina (per abuso d’ufficio) sui rimborsi d’oro all’ex numero uno dell’ateneo messinese, Salvatore Cuzzocrea, appunto. Oltre due milioni di euro (2.217.844 per l’esattezza) incassati negli ultimi quattro anni dall’ex rettore e ben 122.300 euro ricevuti in soli nove mesi dalla Divaga srl, società di proprietà di Cuzzocrea e della moglie Valentina Malvagni e amministrata dalla madre Eugenia Maria Salvo. La professoressa Giovanna Spatari, infatti, è stata prorettrice al welfare e alle politiche di genere, con Cuzzocrea, durante l’intero mandato. E proprio Cuzzocrea l’ha indicata sin dal primo momento come sua erede e l’ha sostenuta. Decisiva, ai fini dell’elezione, l’alleanza della professoressa Spatari con il professore Giovanni Moschella, ex protettore vicario durante l’era Cuzzocrea: “Ringrazio chi mi ha sostenuto – ha detto la nuova rettrice – Voglio garantire a tutti un clima di lavoro sereno e dedicarmi al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Dedico la mia elezione alla professoressa Maria Antonella Cocchiara e ad Angela Bottari”.

“Le urne ci consegnano un Ateneo diviso su due posizioni”, afferma Limosani. “La professoressa Spatari – aggiunge – sarà chiamata a un lavoro di ricucitura per il quale ritengo che tutta la comunità dovrà offrire il proprio contributo. Anche io sono pronto a fare la mia parte, ferma però restando la necessità che i valori sui quali ho improntato il mio programma possano rappresentare un punto di riferimento per il nuovo governo di Ateneo. Rispetto delle regole e delle persone, valorizzazione del merito, inclusività sono concetti rispetto ai quali – tanto per me quanto per coloro che mi hanno votato – non si potrà negoziare se si vorrà realmente voltare pagina”.

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