Bollette, una buona notizia: il prezzo del gas è ai minimi da due anni. Ecco come peserà sul mercato libero

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ROMA – Per i cittadini alle prese con il rebus delle bollette, in vista della liberalizzazione delle forniture energetiche prevista per l’anno prossimo, una doppia notizia positiva. La prima riguarda il breve periodo: nel mese di novembre le tariffe per il gas naturale scenderanno dell’1,3 per cento. Un piccolo vantaggio per i bilanci familiari, ma va anche detto che arriva dopo tre rialzi consecutivi a partire da agosto. Di cui il più consistente avvenuto in agosto, quando il rincaro fu del 12 per cento. Complessivamente nell’ultimo anno “scorrevole” (dal dicembre 2022 al novembre scorso) il gas è costate alle famiglie il 17,7 per cento in meno rispetto allo stesso periodo precedente (dicembre 2021-novembre 2022).

Prezzi del gas ai livelli di due anni fa

Molto più significativa la seconda buona notizia: sui mercati europei il prezzo del gas è a un passo dai 40 euro al megawattora, livello che non toccava dalla fine del gennaio del 2022. In pratica, un mese prima che dell’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina.

In prospettiva, è ancora più interessante il fatto che nei prossimi mesi il prezzo non è previsto in rialzo: dovrebbe essere, quindi, su questi livelli che si dovrebbero orientare gli operatori che stanno cominciando a proporre le loro offerte ai consumatori in vista per l’obbligo del passaggio al mercato libero previsto nel corso del 2024.

La fine della dipendenza dalla Russia

E’ ancora preso per dire che la “tempesta” dei prezzi che si è abbattuta sul settore dell’energia dopo l’inizio del conflitto sia stata completamente assorbita. Ma i numeri dicono questo: la corsa dei prezzi è iniziata sia per l’instabilità politico-militare (che non piace mai agli investitori), ma soprattutto perché la Ue ha deciso di tagliare il più possibile – fino ad azzerarle – le forniture in arrivo dalla Russia. Il gas a basso prezzo fornito da Gazprom, colosso del settore controllato dal Cremlino, ha alimentato per anni l’industria energivora europea e ha riscaldato una buona parte case e uffici del Vecchio continente.

L’obiettivo “zero importazioni” verrà raggiunto nel corso del 2024, ma già ora gli acquisti dalla Russia sono scesi dal 44 all’11 per cento del fabbisogno complessivo. Anche l’Italia (la cui dipendenza dal gas russo è attorno all’8-9 per cento) ha dato il suo significativo contributo, dotandosi di due nuovi rigassificatori per l’importazione di Gnl (il gas naturale liquefatto): il primo è operativo dalla primavera scorsa a Piombino, il secondo inizierà la sua attività a metà 2024 a Ravenna. Entrambi gestiti da Snam, la quale proprio ieri ha annunciato di aver chiuso l’operazione per l’acquisto di una nave gasiera trasformata proprio in impianto di rigassificazione per circa 400 milioni di euro.

Il calo dell’inflazione

La maggior dotazione di infrastrutture (al momento ci sono in Italia cinque impianti di rigassificazione in attività), gli stoccaggi pieni quasi al 100 per cento in tutta Europa, le temperature autunnali sopra le medie, la domanda in calo per la frenata economica, sono state le cause della discesa dei prezzi fino alla soglia dei 40 euro. Una buona notizia anche per il calo dell’inflazione.

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