Amanda Serrano, la campionessa che vuole combattere sui 12 round come gli uomini. La Wbc: “Nessuna discriminazione, la salute prima di tutto”

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“Sono l’unica ad avere conquistato il titolo mondiale in sette diverse categorie di peso. Sono l’unica (nel match stellare contro Katie Taylor, ndr) ad aver disputato un main event al Madison Square Garden di New York facendo il tutto esaurito”. Amanda Serrano da Portorico, 35 anni, attuale campionessa mondiale dei pesi piuma, porta argomenti forti, esclusivi, per sostenere la sua battaglia: combattere i match titolati su 12 round da 3 minuti ciascuno come fanno gli uomini e non più, come attualmente per le donne, sui 10 da 2’. In realtà la distanza dei 12 Amanda l’ha già sostenuta, lo scorso 27 ottobre, battendo ai punti sul ring di Orlando Danila Ramos (titolo valido per le sigle Wba, Ibf e Wbo). La notizia però è che la Wbc, la sigla più prestigiosa del pugilato mondiale, di questa estensione non ne vuole sapere, tanto da indurre la portoricana a annunciare che lascerà una importante fetta del suo titolo.

Amanda Serrano, una vita per la boxe

Come andrà a finire è difficile dirlo. Di sicuro Amanda Serrano non è tipo da lasciare le cose a metà, soprattutto quando di parla di boxe. Nessun appuntamento, nessun fidanzato, nessun cellulare sono i mantra – almeno così dice lei – per dedicarsi anima e corpo alla disciplina che ama e che l’ha resa un mito non solo in patria, ma anche a Brooklyn, dove con la sua famiglia si è trasferita da bambina. La sua presa di posizione intanto già ha generato un rilancio. L’americana Mikaela Mayer, che a gennaio combatterà per il mondiale Ibf dei welter contro la britannica Natasha Jonas, ha espresso la volontà di un match di durata maschile.

La Wbc conferma le 10 riprese per i titoli femminili: “Nessuna discriminazione, solo tutela della salute”

Non rilancia invece la Wbc. “Non ci è giunta nessuna comunicazione ufficiale da parte di Amanda Serrano di voler lasciare il titolo, peccato che abbia affidato alla rete il suo pensiero”, ha dichiarato il presidente dell’ente Mauricio Sulaimàn. “Confermiamo i match femminili sui 10 round da 2’”, spiega a Repubblica il vicepresidente Mauro Betti. “A nessuno venga in mente di pensare che si tratti di una qualche forma di discriminazione nei confronti delle donne. Abbiamo fatto degli studi, i round finali sono i più pericolosi, la distanza attuale secondo noi non va estesa. E dirò di più. La nostra politica prevede, esclusi i titoli mondiali, che anche la stragrande maggioranza dei match maschili si faccia sui 10 round. Anche per tutelare quei giovani talenti che si affacciano al professionismo e devono prendere confidenza con la nuova realtà”.

La richiesta dei 12 round va in controtendenza

Indubbiamente, quello di Serrano è un atteggiamento in controtendenza, e non parliamo solo di boxe femminile. Lasciando stare i tempi eroici, in cui si è arrivati persino a sforare i cento round, a livello maschile la durata di un match mondiale o europeo dagli Anni 80 è stata ridotta da 15 a 12 round dopo la morte del coreano Duk Koo Kim – a Las Vegas nel novembre del 1982 – a seguito del ko subito al quattordicesimo round da Ray Boom Boom Mancini. Uno dei match più crudeli della storia, con delle appendici altrettanto tragiche: la madre del coreano e l’arbitro dell’incontro si suicidarono, mentre lo stesso Mancini dopo non fu più lo stesso. Allungare così tanto un incontro femminile potrebbe rappresentare una incognita. Katye Taylor e Chantelle Cameron, nel loro bellissimo mondiale combattuto il mese scorso a Dublino, hanno finito la decima ripresa allo stremo delle forze. E anche Erika Cruz, complice un vistoso taglio in testa e conseguente perdita di sangue che non ha intenerito né arbitro né medico, al termine di un match combattuto con orgoglio ma perso proprio contro Amanda Serrano, dava la sensazione di essere sull’orlo dello svenimento.

Stephanie Silva: “Almeno portiamo le riprese a 3 minuti”

Parte in causa è anche Stephanie Silva, una recente esperienza negli Usa, dove ha disputato perdendo con onore il mondiale del supermosca: “Penso che sia giusto che fior di campionesse si battano per questa forma di parità tra uomo e donna. In fondo anche da dilettante ho iniziato facendo 4 round da 2’ per poi passare ai 3 da 3. Match troppo lunghi? Penso che se un incontro fosse sulla durata maschile ci sarebbe più tattica da parte delle ragazze, magari non andrebbero subito a cento all’ora”. Silva pensa che non ci siano rischi particolari ’’se si sale sul ring ben preparate”. Al tempo stesso lancia una proposta: “Vogliamo lasciare i mondiali a 10 round? D’accordo, ma almeno portiamoli a 3 minuti”.

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