Buona prima sciata con i consigli di Alberto Tomba: Bormio, Campiglio, Gran Risa, i miei ricordi meravigliosi

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Alberto Tomba, se le dico Bormio che cosa le viene in mente?

«Beh, ricordi meravigliosi che non si cancellano. Bormio è per me il marzo del ‘95, la mia vittoria in Coppa del mondo, sessantamila persone a fare festa con me, il mio successo. La Coppa l’avevo già vinta eppure c’era così tanta gente, stupendo. E Bormio è la Stelvio».

Che pista è?

«Uno spettacolo, per la discesa libera una delle più belle in assoluto, la ammirano in tutto il mondo. Ma si può fare anche senza essere campioni, basta essere attenti».

Ecco, i non campioni, ovvero la stragrande maggioranza di chi da oggi in avanti fino ad aprile invaderà le piste. Qual è il primo consiglio dal più grande sciatore italiano di tutti i tempi?

«Di partire calmi. Si torna sulla neve dopo mesi e mesi, c’è tanta voglia ma non bisogna esagerare perché la montagna non perdona».

Che cosa si deve evitare?

«Sciare subito tutta una giornata, per esempio. Scegliere le ore migliori, guardare il meteo. Ricordarsi che è un divertimento non un lavoro e che ci si stanca facilmente dopo otto mesi e passa senza sci ai piedi».

Torniamo in pista. E alla Valtellina.

Alberto Tomba con Deborah Compagnoni ai tempi delle vittorie in pista

«È una terra alla quale sono legato, ho ancora amici dai tempi delle gare. La Deborah Compagnoni, Tino Pietrogiovanna, per esempio. Bormio, Santa Caterina, Livigno, si scia e si mangia bene, i pizzoccheri… E si beve anche bene».

Ma in pista non si può bere.

«Un bicchiere sì, non fa male. È il ribere che è sbagliato».

Per i milanesi questi sono i giorni del ponte di Sant’Ambrogio, il primo tutti sugli sci della stagione…

«E questa è una cosa che non capirò mai, è vero che la gente è a casa per il ponte ma perché infilarsi in code di ore sulle strade prima e sulle piste poi? C’è tutto il tempo per sciare in sicurezza e senza stress. E a proposito di code…».

Dica.

«È il ricordo brutto di Bormio, su quelle strade rischiavi di rimanere fermo o comunque andare piano e metterci due ore in più per arrivare…».

Non è che vada molto meglio ora… I milanesi amano altre montagne oltre a quelle lombarde. Ce ne sono un paio che lei conosce molto bene. Il Canalone Miramonti a Campiglio, per esempio.

«Tre vittorie in slalom, anche lì tantissimo pubblico a fare festa».

Adesso è aperto anche di sera, con le luci. Meglio non farlo se non si è campioni?

«Ma no, è una bella pista, sì il muro è un po’ complicato ma solo se è ghiacciato. A Campiglio per esempio è molto più difficile la direttissima dello Spinale».

Cambio di scena, Dolomiti, Alta Badia, la Gran Risa.

«E io ho già riso, parecchio. Quattro vittorie, dall’87, una pista tecnica, molto bella».

Alberto, l’ultimo consiglio.

«Provate anche le pelli, nei boschi. È un’esperienza meravigliosa che vi fa scoprire l’altra bellezza della montagna. Senza correre rischi, anche facendo su e giù da tratti sicuri. E fuori dalle piste, mi raccomando».

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