“Dov’è Navalny?”: da sei giorni non si hanno notizie dell’oppositore russo in carcere

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Dov’è Navalny, dannati cornuti? Non sappiamo dove sia Aleksej, né cosa gli sia successo da martedì scorso”. Leonid Volkov, braccio destro dell’oppositore russo, va giù pesante. Gde Navalny, dov’è Navalny, è la domanda che come lui si fanno tutti i suoi collaboratori e sostenitori. E anche gli Stati Uniti con John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza, che ha commentato: “Non avrebbe mai dovuto essere imprigionato”.

Sei giorni senza notizie

L’allarme è scattato dopo che Aleksej Navalny non è comparso in videocollegamento a tre udienze dei suoi processi contro la sua detenzione. I suoi avvocati, allora, si sono recati nella regione di Vladimir, a Est di Mosca, dov’è detenuto. Invano.

Se prima le autorità carcerarie della colonia penale numero 6 di Melekhovo avevano giustificato il mancato videocollegamento con un blackout elettrico, oggi hanno ammesso che Navalny non figura più nei loro registri, ma si sono rifiutate di dire dove sia stato trasferito. “Ci stanno prendendo in giro”, commenta la portavoce Kira Jarmish a Repubblica.

Il trasferimento in un carcere di massima sicurezza

Non è escluso, ci dice, che Navalny sia stato “trasferito in un carcere di massima sicurezza”, come stabilito dalla sentenza dello scorso agosto che lo ha condannato per “estremismo” a 19 anni di carcere che si sommano agli 11 anni e mezzo che sta già scontando.

Le colonie penali a “regime speciale” sono gli istituti con le condizioni di detenzione più dure del sistema carcerario russo e spesso si trovano in regioni molto isolate. I trasferimenti richiedono talora diverse settimane di viaggio in treno senza che avvocati e familiari riescano a ottenere informazioni fino alla fine del viaggio.

La campagna per le presidenziali

Ma il tempismo non sembra casuale. Per Jarmish non è una coincidenza che di Navalny si siano perse le tracce proprio ora che Vladimir Putin ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 17 marzo che lo dovrebbero riconfermare per un quinto mandato e che Navalny ha invitato tutti i suoi sostenitori a “usare i 100 giorni precedenti il voto per fare campagna contro Putin”.

Pur in esilio, la scorsa settimana, la sua squadra è persino riuscita a gabbare le autorità acquistando degli spazi pubblicitari nelle principali russe: innocenti auguri di buone feste a prima vista che riportavano un Qr code che rimandava al sito “Rossija bez Putina”, “Russia senza Putin”.

“Pensiamo davvero che il trasferimento di Navalny adesso sia dovuto al desiderio di isolarlo ancora di più e di impedirgli di partecipare alla campagna anti-Putin in vista delle elezioni. Aleksej rimane il principale avversario di Putin, anche se il suo nome non figura sulla scheda elettorale”, dice Jarmish a Repubblica.

“Che sia successo ora è allo 0 per cento una coincidenza e al 100 per cento il frutto di una decisione politica diretta del Cremlino”, commentato Volkov su X, l’ex Twitter. “Non è un segreto che Aleksej sia il principale oppositore di Putin in queste “elezioni”. E il presidente vuole assicurarsi che la sua voce non venga ascoltata. Ciò significa che tutti dovrebbero diventare la voce di Navalny”.

Le condizioni di salute

Jarmish teme però anche per la vita dell’oppositore. “Non si può escludere che sia in ospedale”, ci dice. Arrestato nel gennaio 2021 al suo ritorno dalla Germania, dov’era stato ricoverato dopo essere stato avvelenato, l’avvocato quarantasettenne ha trascorso gran parte della detenzione in isolamento e due settimane fa ha avuto le vertigini ed è svenuto per la fame.
“In questo momento è completamente solo ed è letteralmente nelle mani di persone che una volta hanno tentato di ucciderlo. Non sappiamo che cosa faranno. Ecco perché è così importante parlare di lui e cercare di ritrovarlo al più presto possibile”, sostiene Jarmish. “Riguarda la sua vita, la sua salute e la sua sicurezza”.

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