10 cose da sapere sul tumore del testicolo

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È la forma di cancro più diffusa tra gli uomini giovani, quelli tra i 15 e i 40 anni, e ogni anno si contano circa 2.500 nuovi casi in Italia. Parliamo del tumore del testicolo, una neoplasia piuttosto rara, ma la cui incidenza è aumentata negli ultimi decenni. Soprattutto, però, è una malattia dalla quale è possibile guarire e proprio per questo è importante saperla riconoscere tempestivamente. Ecco allora 10 cose da sapere, fin da ragazzi, su questo tumore maschile.

1 – I segnali da non sottovalutare

Di solito il tumore del testicolo si presenta con un nodulo, in genere non doloroso, o con un gonfiore o anche con un senso di pesantezza testicolare. Oltre a noduli e rigonfiamenti, bisogna prestare attenzione alla comparsa di asimmetrie tra i due testicoli e al dolore acuto.

2 – Chi rischia di più?

Ci sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di ammalarsi di tumore del testicolo. Un fattore importante è il criptorachidismo, cioè la mancata discesa all’interno dello scroto di un testicolo (o di entrambi), che resta nell’addome o nell’inguine: uno sviluppo anormale provocato da altre malattie, come la sindrome di Klinefelter, e per cui esiste familiarità (ossia la presenza di altri casi in famiglia). Dagli studi epidemiologici risulta che anche chi ha difficoltà ad avere bambini associata a una ridotta conta spermatica (cioè alla produzione di pochi spermatozoi), chi ha testicoli con un volume inferiore a 12 ml e un elevato livello di FSH (l’ormone follicolo stimolante prodotto dall’ipofisi associato alla riproduzione e allo sviluppo degli ovuli nelle donne e degli spermatozoi negli uomini) ha un rischio più elevato.

3 – Autopalpazione senza tabù

Oggi per il cancro testicolare non sono ancora disponibili programmi di screening o strategie preventive, l’unica arma a disposizione per una diagnosi precoce è l’autopalpazione: per questa ragione i ragazzi dovrebbero imparare a fare con regolarità questo semplice autoesame, senza tabù.

 4 – Che fare se si ha un dubbio

Se all’autopalpazione si notano segnali dubbi, la cosa da fare è rivolgersi subito a un urologo. Lo specialista esegue un esame obiettivo e prescrive una ecografia dello scroto, rilevando così l’eventuale presenza del tumore. Questo esame permette anche di individuare altre problematiche che non hanno a che fare con la malattia oncologica, come l’idrocele, il varicocele o una torsione testicolare.

5 – Come si fa la diagnosi

Oltre alla visita e all’ecografia testicolare, altri esami importanti sono le analisi del sangue per la ricerca di marcatori, cioè delle sostanze che in presenza di malattia circolano in quantità più elevate. I principali marcatori del tumore del testicolo sono 3: alfa-fetoproteina, beta gonadotropina corionica umana e latticodeidrogenasi. Questi marker forniscono informazioni sulla prognosi del tumore e sulla sua estensione, e permettono di identificare precocemente una eventuale recidiva. Infine, per verificare la presenza di eventuali metastasi, si sottopone il paziente alla Tac total body.

6 – Che cosa è l’orchiectomia

L’intervento di orchiectomia consiste nell’asportazione del testicolo, in genere incidendo la cute al livello dell’inguine. È un intervento importante non solo per la diagnosi ma anche per l’asportazione del tumore. Se la malattia non si è diffusa in altre sedi e se il rischio di ripresa è basso, l’orchiectomia potrebbe essere anche risolutiva, cioè rappresentare l’unico trattamento del tumore. Per mantenere l’aspetto estetico dello scroto, nel corso dello stesso intervento, o anche successivamente, al posto del testicolo rimosso viene inserita una protesi in silicone. La protesi ha la forma, le dimensioni e la consistenza del testicolo sano.

7 – Dopo l’intervento si diventa impotenti o sterili?

L’asportazione di un testicolo non compromette la capacità di avere e mantenere l’erezione durante i rapporti sessuali. I testicoli sono le gonadi maschili e svolgono due funzioni importanti: produrre spermatozoi e sintetizzare testosterone. Entrambe le funzioni, quando viene asportato un solo testicolo, vengono mantenute dall’altro testicolo. Nonostante il rischio di sterilità in seguito a orchiectomia unilaterale (cioè alla rimozione di un solo testicolo) sia molto basso, in via precauzionale i medici possono consigliare ai pazienti che intendono avere figli di rivolgersi a una banca per la crioconservazione del liquido seminale prima che si sottopongano ad altri possibili trattamenti, come chemio o radioterapia.

8 – Guarigione in 9 casi su 10. Ma è importante arrivare presto

Il tumore del testicolo si cura e con ottimi risultati, tanto che circa 9 casi su 10 guariscono completamente. Il percorso terapeutico dipende dalla stadiazione della malattia, cioè dal grado di diffusione e dalla dimensione della massa, dall’età e dalle condizioni generali del paziente. Se il tumore viene diagnosticato in una fase precoce e il rischio di recidive è molto basso, dopo l’intervento chirurgico di asportazione del testicolo malato è possibile accantonare i trattamenti farmacologici, sottoponendosi solo a controlli periodici grazie ai quali è possibile scovare l’eventuale ricomparsa del tumore in una fase iniziale. Tutti e tre i trattamenti – chirurgia, chemio e radioterapia – possono essere presi in considerazione, separatamente o in combinazione – in caso di recidiva.

9 – Quando è necessaria la chemioterapia

Fare o no la chemioterapia dipende dal tipo di tumore, dalle dimensioni e dallo stadio. Questa neoplasia risponde particolarmente bene ai trattamenti farmacologici che possono essere somministrati per prevenire le ricadute e quando sono coinvolti altri organi distanti dai testicoli.

10 – Non sottovalutare il sostegno psicologico

Al di là delle buone percentuali di sopravviveza e guarigione, questo tumore può avere un impatto negativo sulla sfera psicologica e sessuale più di altri. Anche perché il paziente spesso è giovane, qualche volta molto giovane, e viene colpito dalla malattia proprio quando inizia a conoscere la sua sessualità e a stabilire le relazioni affettive.

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