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A Chernobyl non arriva più corrente. Gli ucraini: “Rischio rilascio radiazioni”. L’esperto: “Nocciolo coperto, impossibile fuga

La situazione di Chernobyl è sempre più oscura. Ora infatti neanche l’energia elettrica della rete arriva più alla centrale, dove 90 tecnici e altrettante guardie sono rinchiuse, alternandosi nei turni di lavoro mentre fuori proseguono i bombardamenti. I russi hanno “completamente scollegato dalla rete elettrica” la centrale nucleare di Chernobyl, finita sotto il loro controllo il 24 febbraio, giorno di inizio della guerra. Lo ha annunciato l’operatore energetico ucraino Ukrenergo in una nota diffusa su Facebook in cui ha aggiunto che a causa delle ostilità in corso “non c’è possibilità di ripristinare le linee”.

Cosa questo implichi per la sicurezza dell’impianto non è chiaro. La stessa Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, interpellata, ha ammesso di non avere notizie certe. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha chiesto alla Russia un cessate il fuoco per effettuare la riparazione.

Energoatom nel frattempo rilascia notizie sempre più allarmanti: “Circa 20mila elementi di combustibile esaurito sono immagazzinati nell’impianto di stoccaggio. Hanno bisogno di un raffreddamento costante, possibile solo se c’è elettricità; in caso contrario, le pompe non si raffredderanno. Di conseguenza, la temperatura nelle vasche di raccolta aumenterà, subendo delle impennate e rilasciando sostanze radioattive nell’ambiente”.

Ugo Spezia, ingegnere nucleare, ex direttore del settore Sicurezza Nucleare per Sogin, la Società Gestione Impianti Nucleari, autore di vari libri tra cui uno su Chernobyl, non conosce – come tutti – la situazione sul terreno al momento. Ma spiega cosa avviene normalmente in una centrale nucleare: “Fra le dotazioni di sicurezza obbligatorie c’è un generatore elettrico alimentato a gasolio. Immagino dunque che sia entrato in azione per supplire alla mancanza di fornitura dalla rete”.

Kuleba ha confermato che l’impianto di emergenza è entrato in funzione e ha un’autonomia di 48 ore. Ma in un tweet ha ribadito il pericolo. L’interruzione di corrente alla centrale di Chernobyl “causerà a breve il blocco dei sistemi di raffreddamento dell’impianto di stoccaggio del combustibile nucleare, rendendo imminenti la fuoriuscita di radiazioni”.

Chernobyl non è più una centrale attiva: è stata spenta dopo l’incidente del 1986. Al suo interno non avvengono dunque reazioni nucleari da decenni. Resta la radioattività del reattore esploso e del combustibile esaurito. “Il nocciolo che fuse in quell’occasione è stato ricoperto da una struttura di cemento armato che mantiene le radiazioni all’interno” spiega Spezia. “A meno che qualcuno non lo buchi, è impossibile che le radiazioni escano”.



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